Valle Sabbia e Alto Garda, 14 milioni contro lo spopolamento
Ventotto Comuni fra Valle Sabbia e Alto Garda, escludendo quelli che trovandosi al confine col Trentino, da Bagolino a Limone, per realizzare progetti strategici e di sviluppo da anni godono di altre forme di finanziamento. In tutto poco più di 84mila abitanti che risiedono in una delle aree più marginali del territorio lombardo.
È questa una delle «aree interne» individuate dalla Regione Lombardia: ciascuna destinataria di 14 milioni di euro che devono servire alla realizzazione di progetti di sviluppo che mirino a fermare lo spopolamento della montagna da una parte e a garantire lo stesso trattamento in servizi essenziali alla cittadinanza dall’altra. Due obiettivi peraltro fortemente interconnessi.
Con tre assessori
Le comunità di Valsabbia e Alto Garda sono state oggetto ieri della visita del presidente della Regione Attilio Fontana, che ha fatto tappa a Livemmo, Barghe, Vobarno, Gardone Riviera e Salò. Con lui gli assessori Massimo Sertori (Enti locali, Piccoli Comuni e Montagna), Davide Caparini (Bilancio e Finanze) e Stefano Bruno Galli (Autonomia e Cultura). «Il progetto “aree interne” - ha detto Fontana - è molto articolato, così come è complesso trovare soluzioni allo spopolamento della montagna. Servono infatti tante azioni. Ma la cosa fondamentale è iniziare: cercare di innescare quegli interventi in grado di dare continuità alla storia e alla tradizione di questi luoghi.
Con il progetto di rigenerazione culturale, sociale ed economica di questo borgo siamo sulla strada giusta». Il riferimento era al piccolo borgo di Livemmo, da cui è partita la visita di ieri, scelto ad esempio in quanto figura tra le 21 realtà, una per regione, candidate per ricevere dal Ministero della Cultura un maxifinanziamento da 20 milioni: «Una piccola realtà - ha aggiunto il governatore - che fa comprendere con quanta attenzione e concretezza guardiamo all’intero territorio lombardo. Livemmo deve essere il modello per contrastare lo spopolamento».
L’incontro
Nella ex centrale di Barghe si è tenuto l’incontro con tutti i sindaci e con gli altri soggetti coinvolti nel rilancio territoriale dal punto di vista economico, sociale e culturale. «Siamo nella prima fase del progetto - ha affermato Attilio Fontana - e ora dobbiamo, tutti insieme, senza campanilismi o distinzione di schieramento politico, pensare al bene del territorio ed individuare delle azioni che permettano a Valle Sabbia ed Alto Garda di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti con questo progetto».
«Siamo alle prese - ha detto l’assessore Caparini - col caro energia e gli aumenti delle materie prime. Il nostro maggior impegno, in questo momento particolare, è quello di mettere a sistema tutte le risorse che si possono recuperare, dall’Europa o dallo Stato, per garantire continuità negli investimenti: ricchezza di cui la montagna ha bisogno per lo sviluppo delle comunità».
«Non sono certo mancate le “strategie del controesodo”, con i fondi per i Comuni confinanti, la Legge 9 e ora il progetto “aree interne”» ha affermato Sertori, che ha rivendicato anche i successi nella battaglia che ha portato i Comuni a ricevere i proventi per lo sfruttamento delle risorse locali: ad esempio i canoni idroelettrici che hanno fatto confluire nelle casse dei Comuni bresciani 630mila euro, più 800mila in energia gratuita per quei Comuni sui quali ci sono le dighe di accumulo.
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