Valsabbia

Una testa di pecora mozzata per il comandante della Forestale

È l’inquietante avvertimento di tipo mafioso apparso nei giorni scorsi in Valsabbia
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Una testa di pecora mozzata e sopra un lenzuolo a mo’ di striscione con scritto: «Farai la stessa fine, Cesare». 

È l’inquietante avvertimento di tipo mafioso apparso nei giorni scorsi lungo la strada che salendo da Vobarno prima affianca il torrente Agna, si arrampica verso Eno e poi raggiunge il Cavallino della Fobbia. 

Il ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi fra gli abitati di Degagna e di Eno, frazioni vobarnesi. A fare la macabra scoperta uno degli abitanti, che poi ha avvisato tutti quanti. 

«Si tratta chiaramente di una minaccia, una vicenda che ha dell’incredibile, non credo sia mai successo da queste parti e rifiuto l’idea che questo sia il modo con cui si comporta la nostra gente - è il commento del sindaco vobarnese Beppe Lancini, che aggiunge -. Davvero però ne so poco e solo per sentito dire». 

A distanza di una settimana non ne parla volentieri nessuno nella valle dell’Agna: i carabinieri vobarnesi sono intervenuti in un primo momento, poi hanno lasciato campo libero agli uomini del Corpo forestale dello Stato che ancora stanno indagando, anche se in collaborazione con le altre forze di polizia. 

Il perché ad occuparsene siano soprattutto i forestali è presto detto: il «Cesare» oggetto di questa assurda intimidazione sarebbe proprio il comandante dei forestali della stazione di Vobarno, Cesare Scatamacchia.

Lui conferma di sentirsi nel mirino e dice anche di non esserne per nulla preoccupato: «Capita che qualcuno possa avere da ridire sul nostro operato, in fin dei conti fa parte del mestiere - ci dice, chiudendosi poi in un assoluto riserbo -: se volete sapere altro chiamate il comandante a Brescia». «È una minaccia da non sottovalutare e anche su questo terreno ci muoveremo con attenzione - ha detto il comandante provinciale Pier Edoardo Mulattiero -. Certo quest’episodio, per quanto inquietante possa essere, non ci distoglie dal fare il nostro lavoro». 

Una linea di comportamento, quella dei forestali, che gli abitanti di Degagna hanno potuto constatare direttamente, con l’intensificazione dei controlli per tutta la scorsa settimana. Se qualcuno pensava di moderare il contrasto all’illegalità, insomma, ha avuto adeguata risposta. 

I valligiani non ci stanno però ad essere considerati succursale mafiosa: «Vero è che il comandante Scatamacchia è scrupoloso e pignolo, a volte fin troppo - ci dicono -, però quest’affronto è davvero fuori luogo». E qualcuno aggiunge, visto che di pecore da quelle parti non ne mancano: «Non mi stupirei se i "mafiosi" fossero venuti da fuori, magari per essere certi di poter agire indisturbati da un’altra parte». Bracconaggio, reati ambientali, abusivismo edilizio: sono davvero tante le inchieste avviate in tutta la Valle Sabbia dagli uomini al comando di Cesare Scatamacchia. Non sarà facile individuare chi ha tagliato la testa a quella pecora.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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