Una fontana potrà accogliere le ceneri dei defunti
«Sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio»: questa la frase riportata sul marmo, ripresa dal famoso giuramento di Ippocrate, che accompagnerà la dispersione delle ceneri nel cimitero di Lavenone.
Si tratta di una «prima», almeno in Valle Sabbia: una sorta di fontanella dove è l’acqua corrente a disperdere le ceneri dei defunti, che vanno poi a depositarsi in una sorta di vasca sotterranea, restando quindi a perenne dimora entro i confini del camposanto, come prevede la normativa.
«Era una cosa da fare, prevista dalla legge fin dal 2004. L’occasione è arrivata con l’apposito finanziamento per 20mila euro da parte di Regione Lombardia - ci dice il sindaco Franco Delfaccio, che si ritrova spesso ad essere un precursore fra i colleghi valsabbini -. Ne abbiamo aggiunti una decina dei nostri arrivando anche a sistemare la cappella del cimitero, che ne aveva bisogno».
L’idea iniziale era quella di inaugurare la struttura nella giornata dedicata alle vittime del Covid, il 18 marzo, perché proprio a loro ed in particolare a quelle cadute nell’esercizio del proprio lavoro, è stato dedicato l’impianto, ma i lavori sono arrivati... lunghi, tanto che i sassi verdi che fanno da contorno alla «fontana» sono stati piazzati solo nei giorni scorsi. Le prime ad essere disperse, sabato scorso, sono state le ceneri riesumate di persone di Lavenone defunte più di 25 anni fa, che a concessione scaduta per legge non avrebbero potuto essere messe nell’ossario.
Il regolamento attuale del Comune di Lavenone prevede che possano utilizzare il «giardino delle rimembranze» le famiglie di coloro che si sono fatti cremare e che sono nati a Lavenone, a Lavenone hanno vissuto oppure a Lavenone hanno avuto la loro dipartita. «È un regolamento e come tale può sempre essere modificato, se i paesi attorno ne dovessero sentire l’esigenza» ha aggiunto Delfaccio.
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