Valsabbia

Trovata morta nel canale, tracce di sangue a casa dell'indagato

Giallo di Prevalle, parla l’uomo accusato dell’omicidio di Jessica Mantovani: «Non l'ho ammazzata io e lei non si è tolta la vita»
Giancarlo Bresciani fuori da casa - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Giancarlo Bresciani fuori da casa - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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I sigilli sono stati tolti, la casa è tornata accessibile, ma manca un pezzo. Una porzione del divano dove sono state trovate tracce di sangue. Non del padrone di casa, indagato per omicidio, ma della vittima, che nell’abitazione al primo piano di una vecchia a Prevalle ha trascorso quella che gli inquirenti ritengono essere la sua ultima serata in vita. «Non l’ho uccisa io, le volevo bene» giura Giancarlo Bresciani, proprietario dell’immobile controllato centimetro per centimetro dalla Scientifica dei carabinieri che hanno inviato ai Ris i campioni ematici che potrebbero portare ad una svolta nell’indagine sulla morte di Jessica Mantovani, la 37enne di Villanuova sul Clisi trovata senza vita a giugno nei cassoni della centrale di Gavardo.

Bresciani, 51enne che vive con la pensione di invalidità, primo di tre fratelli e con problemi di tossicodipendenza che non nasconde, è potuto tornare a casa dopo il dissequestro deciso dal sostituto procuratore Gianluca Grippo. «Ma non ho toccato nulla rispetto al lavoro dei carabinieri. Ci sono ancora i numeri delle tracce isolate dai militari» dice Bresciani che è indagato a piede libero per omicidio e occultamento di cadavere. Sa che le tracce di sangue ritenute della vittima potrebbero avere un peso decisivo. «Il sangue di Jessica trovato? Era spesso a casa mia e può averlo perso. Non pensate che l’abbia ammazzata. La conoscevo da dieci anni. Non eravamo fidanzati, ma solo molto amici» racconta dichiarandosi stupito per essere finito sotto indagine.

 

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