Terzo ponte sul Caffaro, lavori a rilento e i costi rischiano di aumentare
Fervono i lavori per la posa del terzo ponte a Ponte Caffaro. A rilento però: il cantiere è stato aperto. Il cronoprogramma, infatti, prevedeva che il ponte provvisorio del tipo Bailey, venisse posizionato in 70 giorni, che da metà marzo, quando il cantiere è stato aperto, sono stati ampiamente superati. E vedendo che ancora oggi solo sulla sponda bresciana sono in azione le trivelle che stanno scavando i fianchi del torrente Caffaro per erigere le «spalle» che dovranno sostenerne la struttura, il traguardo appare ancora molto lontano.
Ritardi
Un primo ritardo pare essere stato causato dalla difficoltà a reperire i «micropali» necessari, poi il macchinario perforatore inizialmente portato nell’area del cantiere è stato sostituito, forse perché inadeguato. Se i ritardi dovessero poi proseguire nel tempo, come si può essere certi che la provvisorietà del terzo ponte durerà effettivamente nove mesi? Vale a dire il tempo necessario per rimettere a nuovo il vecchio ponte di inizio Novecento? Anche perché ritardare porterebbe ad un aumento significativo delle spese.
Per il momento sono stati stanziati un milione e 150mila euro, 251 dei quali messi a disposizione dalla Provincia di Brescia, mentre il resto arriverebbe dalle casse trentine. Gran parte dei fondi, però, sono destinati a coprire i costi del noleggio della nuova (e provvisoria) struttura.
Il «Bailey» sarà largo dieci metri e potrà sopportare il traffico su due corsie anche dei mezzi pesanti oltre le 40 tonnellate, mezzi che - nella attuale situazione - non possono transitare. Quando il vecchio ponte in ferro sarà stato risistemato e a sua volta allargato, a questo punto ben oltre il mese di febbraio 2024 come era stato inizialmente preventivato, potrà costituire finalmente a tutti gli effetti un lato di quella «rotonda quadrata» tanto attesa per risolvere i problemi di sicurezza legati alla complessità viaria della zona.
Per completare l’opera che fino ad ora è già costata svariati milioni, resterà «solo» da risolvere il contenzioso fra il Comune di Bagolino e la ditta che ha realizzato il ponte nuovo - il lato opposto della «rotonda» - la cui geometria si sta dimostrando incapace di sopportare il traffico dei mezzi più voluminosi in tutte le direzioni di marcia. Resta dunque ancora aperta la questione del ponte che lungo la Strada provinciale 237 mette in comunicazione regioni e province. Una vicenda che risale addirittura al 2017, ovvero l’anno in cui è stato completato il secondo ponte, quello nuovo per intenderci, cavalcavia che risulta però ancora totalmente inutilizzato.
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato