Valsabbia

Sottopasso di Prevalle, nuovo allagamento: «Ogni volta sto male»

La madre di Sara Comaglio, la 22enne che morì in quel tratto di strada, rivive la tragedia di otto anni fa
Ancora effetto piscina alle 23 di giovedì 2 luglio - © www.giornaledibrescia.it
Ancora effetto piscina alle 23 di giovedì 2 luglio - © www.giornaledibrescia.it
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Di giorno e di notte. Quando un temporale si abbatte su questa porzione di provincia il tunnel si allaga. La galleria diventa una piscina e c’è una madre che non smette di pensare che accadeva lo stesso otto anni fa.

Siamo sulla 45bis a Prevalle, nel tratto di sottopasso teatro il 22 maggio del 2012 dello schianto frontale in cui perse la vita Sara Comaglio, 22 anni. La sua auto pattinò sull’acqua e la giovane non riuscì ad evitare lo schianto. E ogni volta che arriva un forte temporale, Maria Luisa Massardi, la madre della giovane vittima, diventa il riferimento di chi segnala che a distanza di anni di fatto in galleria non è cambiato nulla. O quantomeno troppo poco.

C’è un semaforo in più, ma in tanti, troppi lo ignorano. A parte l’errore di chi non rispetta le regole, c’è una verità sotto gli occhi di tutti. Il tunnel si allaga completamente con gli acquazzoni estivi. Nonostante gli interventi sull’impianto di pompaggio e sui serbatoi di raccolta, probabilmente non accompagnati da una regolare pulizia delle griglie. Lo dimostrano le fotografie scattate durante gli ultimi due temporali. Ore 13 del primo luglio e ore 23.30 del 2 luglio. La tangenziale sembra un fiume e in uno degli scatti, quello con la luce del giorno, una moto è appena uscita dalla galleria, mentre un’altra dal senso di marcia opposto, è pronta ad entrarci.

«Rivedendo queste immagini si sta male, si ricorda, si rivive, ci si sente abbandonati e soli con il proprio lutto, impotenti verso una situazione che si ripete e, specialmente la notte, non è gestita dal personale Anas. Si spera che non muoia nessuno. La notte è spaventoso il sottopasso. C’è un miglioramento, non lo nego, ma c’e ancora molto margine di miglioramento» dice la mamma di Sara Comaglio, che ha come foto del suo profilo di Whatapp proprio una recente immagine della galleria allagata.

La donna è da sempre in prima linea in una battaglia per ottenere giustizia, per far emergere delle responsabilità. Ed è lo stesso impegno del pubblico ministero Corinna Carrara che ha impugnato la sentenza di primo grado con la quale il Tribunale di Brescia aveva assolto dall’accusa di omicidio colposo il dirigente dell’Anas Matteo Castiglioni, dopo che in abbreviato era stato invece condannato uno degli operai che aveva eseguito dei lavori. «Non è possibile in concreto ricostruire in capo ai vertici di Anas una volontà colpevole, sia pure in termini di colpa» scrive il giudice Maria Chiara Minazzato nelle 33 pagine di motivazioni della sentenza di assoluzione pronunciata l’8 luglio di un anno fa.

Per il pm Corinna Carrara «se ci fosse stato un intervento per risolvere una criticità che Anas non poteva non sapere avendo già pagato anche nel 2011 un risarcimento per uno schianto dovuto alla presenza dell’acqua sull’asfalto, l’incidente mortale di Sara non sarebbe mai accaduto». E per questo il magistrato ha impugnato l’assoluzione di primo grado e spera in un ribaltamento della sentenza in appello.

 

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