Serle, minacce ai rifugiati e tensioni al centro di accoglienza
Minacce e maltrattamenti. Quelli registrati e affidati ad un file audio dai richiedenti asilo ospiti di un Cas, un centro di accoglienza straordinaria, attivo a Serle. Un audio fatto ascoltare al sindaco di Serle, Paolo Bonvicini: «Non possiamo sapere… I ragazzi dicono una cosa, il gestore un’altra, ma quando ci fanno ascoltare una registrazione… si lascia poco spazio ai dubbi su quello che è successo».
I due giovani rifugiati che si sono rivolti al primo cittadino sono stati esclusi, senza apparente ragione, dal progetto di accoglienza, a quanto raccontano. Il loro appello non è caduto nel vuoto: la segnalazione è stata infatti inoltrata alla Prefettura e ai Carabinieri, per tutti gli accertamenti del caso. Se dal palazzo del governo è giunta pressochè immediata la riammissione dei due al progetto di accoglienza, si attende ancora che si faccia piena luce su quanto accade all’interno della struttura di via Panoramica, dove gli ospiti hanno lamentato diversi problemi.
«I ragazzi hanno lamentato mancanza di acqua calda, di cibo, una distribuzione non corretta del "pocket money"…» spiega Bonvicini. «Riteniamo che la situazione sia abbastanza grave e non si possa avere un comportamento del genere con questi ragazzi»
A destare le preoccupazioni del sindaco anche il numero di persone accolte. Nonostante la struttura infatti abbia ottenuto l’autorizzazione per 23 posti letto, dal sopralluogo dei vigili, in seguito alle segnalazioni di alcuni vicini, è emerso che i richiedenti asilo ospitati sarebbero almeno 10 in più.
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