Valsabbia

Se il bracconaggio è un affare di famiglia

Padre, madre e figlio minorenne di Capovalle indagati dalla Polizia Provinciale: sul loro conto reti, trappole e uccelli protetti nel congelatore
Reti e uccelli protetti sequestrati alla famiglia di bracconieri - © www.giornaledibrescia.it
Reti e uccelli protetti sequestrati alla famiglia di bracconieri - © www.giornaledibrescia.it
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Bracconiere, minorenne e in buona compagnia. È il giovanissimo di casa a Capovalle finito nelle maglie di un'operazione antibracconaggio condotta dal personale della Polizia Provinciale sul Monte Carzen, ai confini fra Valsabbia e Parco dell’Alto Garda.

Gli agenti lo hanno scorto mentre installava una ventina di trappole a scatto per pettirossi. Ha tentato di fuggire, poi ha dovuto desistere ed è stato identificato. 

A poca distanza, ecco che sono emersi oltre 100 metri di rete da uccellagione. Il proprietario? Lo zio del ragazzo. E quando gli agenti hanno deciso di estendere i controlli all'abitazione del giovane, in un congelatore hanno trovato un centinaio di uccelli morti appartenenti a varie specie protette. «Tra queste - riporta la nota diffusa dalla Polizia Provinciale dopo l'operazione del distaccamento di Vestone - anche alcuni esemplari di pregio come la Ballerina Bianca, il Cardellino, lo Zigolo Muciatto, la Tordèla, oltre a Fringuelli, Pettirossi, Scriccioli, Pispole, Codirossi e Capinere».

La denuncia quindi si è tramutata in una denuncia formato famiglia: indagati sia padre, madre e figlio, che devono rispondere in concorso dei reati di furto aggravato ai danni dello Stato e detenzione di avifauna protetta catturata con mezzi vietati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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