Valsabbia

Scosse tra Valsabbia e Alto Garda? «Meglio così»

Parla l'esperto: «L’energia meccanica viene rilasciata poco a poco. Così episodi eclatanti sono più difficili»
Sismografo (archivio)
Sismografo (archivio)
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Una prima scossa il 6 ottobre, una seconda il 20 ottobre e poi altre due la notte scorsa: una alle 21 e l’altra una manciata di minuti dopo mezzanotte. La terra continua a tremare tra Alto Garda e Valsabbia. Dopo gli episodi delle scorse settimana localizzati nella zona di Lavenone nelle ultime ore i movimenti sismici si sono registrati nella zona di Molina di Ledro e Concei, con magnitudo tra 2,8 e 3.

Una situazione fotografata dalle rilevazioni dell’Istituto sperimentale di geofisica e bioclimatologia del Garda e descritta dal professor Gianfranco Bertazzi. «Tutta quella zona si sta muovendo e da un punto di vista sismico si tratta di fenomeni molto interessanti per quel che concerne quella faglia, che dall’Alto Garda prosegue fino alle giudicarie».

Gli episodi sismici rilevati negli ultimi giorni per l’esperto non costituiscono un campanello d’allarme, ma anzi la testimonianza di un’attività nella norma: «Paradossalmente è molto meglio che ci siano tanti terremoti di questa entità, tra 2,5 e 3 di magnitudo, perché significa, semplificando estremamente, che l’energia meccanica si sta rilasciando poco alla volta e, ragionevolmente, non dovremmo attenderci episodi con forti scosse in cui una grande quantità di energia si rilascia di colpo».

Episodi di questo tipo, con magnitudo compresa tra 2 e 3, sono dunque destinati a ripetersi

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