Sciascia, la Storia e la... storia della «villa della Siepe»
Correva il 1945. Da una parte c’era Enzo Paroli, avvocato bresciano, figlio del socialista Ercole, la sua famiglia era proprietaria della favolosa «Villa della Siepe», fra Idro e Treviso Bresciano. Dall’altra uno dei fascisti più in vista del regime mussoliniano, cioè Telesio Interlandi, già direttore del «Tevere» e della rivista «La difesa della razza», che dal Paroli venne salvato. Una vicenda della quale si interessò, con la volontà di farne uno dei suoi libri, nientemeno che lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia.
Le vite di questi uomini si incrociarono fra le rive del Garda e la città di Brescia. «Quanto vissero e quanto decisero rimane una vicenda che può ancora significare molto "in questo nostro mondo di violenza e fanatismo", degna di essere raccontata a futura memoria, se la memoria ha un futuro».
È quanto promette «Un affaire bresciano: Paroli, Interlandi, Sciascia» venerdì alle 20.30 nella sala consiliare, organizzata da Valle Futura. Interverranno lo studioso di storia locale Guido Assoni e il referente degli «Amici di Leonardo Sciascia» Sergio Piccerillo.
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