Valsabbia

Scarico industriale abusivo individuato a Briale

La Forestale ha identificato un’azienda di Briale: il responsabile ambientale è stato deferito per smaltimento illecito di rifiuti
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Deferito all’Autorità Giudiziaria per smaltimento illecito di rifiuti. Nelle maglie della Forestale di Vobarno è finito un 41enne responsabile delegato all’ambiente di una ditta di Briale.

Tutto ha origine a maggio scorso quando la presenza di schiuma nel Fossato d’Auro che sfocia nel Torrente Nozza in località Malpaga di Casto, aveva fatto scattare l'allarme. I Forestali giunti sul posto avevano constatato che l’acqua aveva uno strano colore biancastro. In quell'occaione vennero svolti i campionamenti poi inviati all’Arpa di Brescia per le analisi del caso. Nel frattempo erano iniziate le indagini.

Dalle analisi dei campioni raccolti emergeva un’eccessiva concentrazione di solfati ed alluminio, ben al di sopra dei limiti di legge consentiti, così è stata iniziata congiuntamente all’Arpa Brescia una serie di sopralluoghi a campione nelle ditte di Briale e Famea che in base al loro ciclo produttivo generano alluminio e solfati.

In una delle ditte controllate, in località Briale, è stato scoperto che un contenitore di accumulo delle sostanze di scarto della lavorazione dell’alluminio anodizzato era posto al di sopra di un pozzetto di raccolta delle acque meteoriche e che scarica proprio nel Fossato d’Auro; all’ispezione del pozzetto è stata rilevata una forte presenza di rifiuti liquidi e scarti di produzione con sedimenti di una sostanza biancastra simile a quella rinvenuta nel fossato d’Auro nel maggio precedente.

A questo punto il pozzetto veniva sigillato, si impartiva alla ditta la prescrizione di effettuarne la pulizia smaltendo a norma di legge le sostanze presenti e si effettuavano nuovi campionamenti.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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