Sara morì nell'incidente, la madre ancora chiede giustizia
Il primo sms, il sistema d’allarme delle pompe idrovore, lo ha inviato ai tecnici dell’Anas alle 14 del 21 maggio 2012. Qualche ora dopo, alle 21, dopo diverse segnalazioni, il sistema di drenaggio delle acque smette di funzionare completamente e in poche ore, il sottopasso della 45 bis, che porta a Salò, diventa una trappola mortale.
Si forma una pozza d’acqua lunga 47 metri e profonda dieci centimetri, sulla quale, intorno alle 5 di mattina troverà la morte Sara Comaglio, 22 enne di Muscoline. La Fiat Punto di Sara prenderà letteralmente il volo a contatto con l’acqua, per andare a scontrarsi frontalmente con un Audi a4, guidata da un 45enne di Soprazzocco. Da tre anni la mamma di Sara, Maria Luisa, torna in quel punto, per chiedere giustizia.
Sulla morte di Sara, la Procura della repubblica di Brescia sta indagando per omicidio colposo, per stabilire se ci siano responsabilità per quanto accaduto. Di certo c’è che Sara è morta dopo 15 ore dal primo allarme lanciato dalla centralina, cui ne sono seguiti altri tre. Allarmi ai quali nessuno ha risposto, nonostante fosse nota la pericolosità di quel tratto di strada. Solo dopo l’incidente, nel 2014, Anas ha investito 400mila euro per potenziare l’impianto di raccoglimento delle acque e il sistema d’allarme e posizionare i pali dell’illuminazione.
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