Valsabbia

Quel 4 dicembre 1944 in cui bombe brasiliane ferirono Roè

Ricostruita la missione che portò da Pisa al Garda i P47 della Força Aérea e costò la vita a 13 civili
Dal Sudamerica. Personale del 1° Grupo de Aviação de Caça della Força Aérea Brasileira. Sul P47 lo stemma di reparto: «Senta a Púa!», «Spara un colpo!» - Foto © www.giornaledibrescia.it
Dal Sudamerica. Personale del 1° Grupo de Aviação de Caça della Força Aérea Brasileira. Sul P47 lo stemma di reparto: «Senta a Púa!», «Spara un colpo!» - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La guerra era mondiale, è vero. Ma pochi si sarebbero aspettati che a piovere sulla Valsabbia fossero bombe brasiliane. O per meglio dire, sganciate da aerei della Força Aérea Brasileira. E non ordigni qualsiasi, ma quelli legati a una delle stragi più cruente della zona, seconda forse solo al bombardamento di Gavardo del 29 gennaio ’45.

Meno di due mesi, d’altro canto, separano i due episodi: a Roè Volciano il giorno horribilis fu il freddo e nebbioso 4 dicembre ’44. Quel mezzogiorno di sangue costò la vita a 13 civili (inclusi dei bimbi). Nei decenni è stato sempre ritenuto frutto di un attacco americano. Ora, documenti ripescati dagli archivi grazie alla dedizione degli archeologi dell’aria di AirCrashPo - e in primis del prof. Agostino Alberti - lo attribuiscono a un’unità di piloti brasiliani, il 1º Grupo de Aviação de Caça, formazione aggregata al 350th Fighter Group statunitense: piloti sudamericani formati tra Panama e New York per combattere sul fronte italiano e dotati di caccia P47D Thunderbolt di fabbricazione Usa.

L’unità fu rischierata sull’aeroporto di Pisa San Giusto da dove quattro velivoli decollarono la mattina del 4 dicembre di 77 anni fa per la 68ª missione, come ricostruito da AirCrashPo analizzando il materiale fornito da Keith Vizcarra, figlio di un pilota del 350th. L’obiettivo era un ponte della linea ferroviaria Vobarno-Rezzato. «Alle 11.45, gli aerei ai comandi dei tenenti Kopp, Eustorgio, Torres e Pereyron, giunsero sull’obiettivo», ricostruisce Alberti, e sganciarono da circa 600 metri di quota 8 bombe da 500 libbre, alla cieca: i risultati dell’attacco «non furono osservati per la fitta foschia al suolo» riportano i registri della missione. Gli ordigni caddero tra Vobarno, Polpenazze, Campoverde di Salò e Roè.

L’esito fu catastrofico, in un giorno nefasto per il Bresciano. Se alla stessa ora P47 del 350th Group sganciavano 16 bombe su Gardone Riviera centrando Villa Bassetti Ottolini, sede dell’Ambasciata tedesca nella Rsi, alle 12.15, 8 Thunderbolt dell’86th Fighter Group Usaaf, partiti da Grosseto, liberavano 16 bombe su Pralboino. Morirono in sette: un’intera famiglia decimata. E pensare che il ponte obiettivo dei caccia era da tutt’altra parte. A Bagnolo Mella.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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