Paralizzato da ischemia, ecco perché è successo
Due sono gli equivoci ingenerati dalla notizia di quanto è accaduto al giovane della Valsabbia. Il primo, di allarmismo, come se chi beve e si addormenta, poi si sveglia con i quattro arti paralizzati. Non è così. La seconda, che l’evento sia raro. La compressione di un’arteria e il determinarsi di un’ischemia al midollo può accadere in molte situazioni in cui si determina una perdita di coscienza grave. La neurologa Barbara Decchi ha elencato almeno tre altri casi in cui, oltre alla criticità che ha coinvolto il giovane, può determinarsi un’ischemia.
«Può accadere nelle persone diabetiche che possono accusare un attacco ischemico transitorio. Ma anche in persone epilettiche, o per il cattivo posizionamento del paziente sul tavolo operatorio. Cosa succede? In tutto i casi, la posizione può causare un’ischemia ad un arto. Ed accade solo se la persona ha una perdita di coscienza prolungata che le impedisce di sentire il dolore ischemico. In sostanza, quella sensibilità che, durante il sonno, ci fa svegliare inducendoci a cambiare posizione, evitando il danno dell’ischemia».
Le conseguenze dell’ischemia sono strettamente correlate all’importanza del vaso compresso e, ovviamente, anche alla lunghezza del periodo di compressione. «Se si tratta di un vaso periferico, il danno è lieve - continua Decchi -. Se, invece, la compressione e a carico di un vaso prossimale, vicino al cuore, il danno sarà superiore. Nel caso di cui le cronache hanno raccontato in questi giorni, la compressione è avvenuta in una parte molto delicata del nostro corpo, ovvero a livello di midollo spinale. Una parte sensibile, perché si tratta dell’area del nostro corpo da cui escono le radici nervose; la compressione causa un danno a tutti e quattro gli arti».
L’ischemia, causata dall’ostruzione o dal restringimento dei vasi sanguigni, si riferisce a quella particolare condizione per cui l’apporto di sangue agli organi interni del corpo umano è ridotto o assente. Il mancato afflusso della giusta quantità di sangue danneggia gli organi e i tessuti, riducendone la funzionalità. I tessuti più colpiti sono quelli del cervello, del cuore, dei reni, dei polmoni, del midollo e talvolta anche dell’intestino.
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