Paese in lutto: è morto l'ex sindaco Scalvini
L’ha trovato ieri sera il fratello, riverso sul pavimento di casa. Il suo cuore già non batteva più. Se n’è andato così Marco Scalvini, dinamico sindaco di Bagolino per due tornate amministrative, le prime del nuovo millennio.
A stroncarlo a 49 anni il fisico debilitato da una malattia che lo affliggeva da anni.
Le ultime apparizioni in pubblico risalgono a quattro anni fa, quando aveva tentato di dare nuova linfa ad AssComiConf, quella sorta di «sindacato» dei Comuni di confine che è stata una delle sue ultime «creature» nel tentativo per certi versi riuscito di dare una risposta ai problemi cronici in cui versano le comunità a ridosso delle Regioni a statuto autonomo, un «giardino del vicino» che è più verde per davvero. Istanze, quelle dei Comuni di confine, che con lo Scalvini condottiero dei tempi migliori avevano prodotto una manifestazione davanti alla villa berlusconiana di Arcore. Un’altra volta per protesta i sindaci avevano mandato le fasce tricolore al presidente della Repubblica.
Marco Scalvini era fatto così: geniale quando si trattava di mantenere una istanza sempre al centro dell’attenzione mediatica. Così faceva con la sua Bagolino. Per il formaggio «bagoss» che con lui per la prima volta ha conosciuto una promozione «strutturata», partecipando alle fiere mondiali del settore. Oppure nella promozione turistica con la prova del campionato del mondo di braccio di ferro, gli spettacoli estivi in piazza.
Ci sono stati il progetto di replicare al Gaver le fortune del «trenino del Bernina»; la selezione di Miss Italia a Ponte Caffaro con Giuliano Beltrami fra i giurati, giornalista non vedente; il primo gemellaggio con Öttingen e via... sorprendendo.
«Marco Scalvini aveva una marcia in più e sapeva cogliere la balzo tutte le opportunità. Ne sono convinto, sarebbe arrivato lontano. Mancherà a tutti noi», ci ha detto ieri sera l’attuale sindaco, Gianluca Dagani, che gli aveva fatto da vice fra il 2000 e i 2005.
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