Operaio rapito, incubo finito: interrogatori fiume nella notte
Un incubo finito. Tanti interrogativi che restano da sciogliere. Ma una certezza che vale più di tutto: è vivo e sta bene l’operaio sequestrato per quasi 48 ore a Villanuova sul Clisi. Lo hanno preso in consegna i Carabinieri che hanno al contempo fermato il marocchino 37enne che lo teneva in ostaggio: ai militari il magrebino non ha opposto resistenza. I due erano all’interno della palazzina in cui abita la ex moglie dello straniero. E sarebbe stata la stessa donna a segnalare agli uomini dell'Arma la presenza dell'uomo nell'edificio attorno alle 19.
Dopo poco meno di 48 ore, dunque, si è sciolto il giallo che ha tenuto col fiato sospeso mezza Valsabbia. Da quando cioè martedì sera Mirko Giacomini, il 45enne di Sopraponte, è stato costretto a seguire il marocchino sotto la minaccia di quella che risulterebbe ora una scacciacani. Prima di lui era stato sequestrato un collega dell'uomo, poi rilasciato: fu proprio lui a dare l'allarme, fuggendo da Prandaglio di Villanuova, dove vive la ex moglie del marocchino e dove si perdono le tracce di Giacomini e del suo sequestratore.
Fino a ieri sera, quando è giunta la svolta che ha posto fine al giallo dopo una battuta di caccia durata due giorni, con squadre armate che hanno setacciato una vasta fetta di Valsabbia, cani molecolari in campo, uomini giunti da tutta Italia.
Passata la paura, restano i molti interrogativi ai quali gli inquirenti hanno da subito cercato di dare risposte con i primi interrogatori ai protagonisti della vicenda, condotti tutti alla caserma del Comando provinciale dell'Arma in città, dove è giunta anche il sostituto procuratore titolare dell'inchiesta Roberta Panico.
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