Valsabbia

Omicidio di Serle, «Franzoni ha sparato mirando al bersaglio»

Depositate le motivazioni della sentenza d’appello che ha condannato Franzoni: «Il colpo accidentale è una tesi irragionevole»
Mirco Franzoni in aula -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Mirco Franzoni in aula - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Settantadue pagine per spazzare via la versione di fatti di un paese intero. «La tesi difensiva di uno sparo puramente accidentale esploso in quanto la persona offesa avrebbe cercato di strappare l’arma dalle mani dell’imputato, è del tutto irragionevole e inverosimile» ha scritto la Corte d’Assise d’Appello nelle motivazioni della sentenza di condanna a nove anni e quattro mesi pronunciata lo scorso 28 settembre nei confronti di Mirco Franzoni.

Secondo i giudici il 34enne di Serle che la sera del 14 dicembre 2013 ha ucciso Eduard Ndoj, entrato ore prima nella casa del fratello del bresciano, ha agito sapendo a cosa andava incontro.

«Teneva il fucile all’altezza della spalla, nella posizione tipica di chi è intento a mirare un bersaglio» è il pensiero della Corte, convinta che il colpo fatale sia stato esploso «ad una distanza di almeno due metri dalla vittima».

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