Moglie e figlio ancora a Kabul: la straziante attesa di Ataullah
Ataullah Salozai, rifugiato politico, a Odolo dal 2015, racconta con un nodo alla gola il dramma che stanno vivendo la moglie, il figlio di 15 mesi, il cugino e i due fratelli impossibilitati ad abbandonare Kabul.
Ieri, solo due ore prima il doppio attacco kamikaze all'aeroporto, i suoi familiari si trovavano tutti nel canale - quel fossato diventato nei giorni una fognatura piena di un liquido nauseabondo - dove in migliaia aspettano un imbarco sempre più difficile. La donna, Lailamah, di 31 anni, e il figlio Amdallah, erano partiti a fine luglio da Odolo all'Afghanistan, proprio per far conoscere alla famiglia l'ultimogenito. Poi la situazione nel Paese è degenerata e per loro la strada del ritorno è diventata impraticabile, nonostante il permesso di soggiorno e i nomi inseriti nella lista.
Da giorni Ataullah, che lavora come operaio, aspetta con angoscia che la sua famiglia possa rientrare in Italia. Grazie all'aiuto del suo datore di lavoro, Franco Pe, sono iniziati i contatti con la Farnesina e col ministero della Difesa: l'imbarco sembrava imminente. Poi nelle scorse ore il terrore: i talebani hanno iniziato a picchiare la folla in attesa, la donna e il figlio finiscono stretti nella morsa di persone che spingono e vengono picchiati, prima di svenire e di essere portati in salvo. Meno di due ore dopo, proprio in quel punto fuori dall'aeroporto, gli attentati dell'Isis-Khorasan. E il ferimento li salva da morte quasi certa.
Ataullah non riesce a descrivere la terribile situazione nel suo Paese, i suoi pensieri sono tutti per la famiglia. Specialmente dopo quello che ha passato: quando nel 2015 i talebani seppero che lavorava per la Nato decapitarono i suoi due fratelli. Ed è allora che si trasferì in Valsabbia.
Intanto a Odolo la comunità si è mobilitata per aiutare la famiglia. Mentre il padre vive giorni di angoscia e continua a lavorare in fabbrica, gli altri 5 figli restano in casa - a pochi metri dall'abitazione del sindaco. I bambini si affacciano alla finestra, sorridono e salutano. La più grande - di 14 anni - accudisce i più piccoli. Aspettando la mamma.
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