Valsabbia

L'orso passeggia nella neve della Valle Dorizzo

Orme del plantigrado sono state rinvenute sulla neve lungo la strada provinciale che porta a Bagolino.
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Tracce d'orso ieri mattina a Bagolino. Ben conficcate nella neve caduta nottetempo. Secondo gli agenti del Nucleo Ittico-Venatorio della Polizia provinciale, che si occupano di gestire rilevazioni e abitudini del grande plantigrado quando fa capolino nel Bresciano, si tratta di un giovane esemplare maschio sconfinato dal vicino Trentino. Questi animali si spostano di molto per esplorare nuovi territori, specie in primavera. Sono capaci di percorrere anche 40 chilometri in una sola notte.

«Hai presente il nuovo paravalanghe dopo Valle Dorizzo? Ecco, vai avanti ancora un po' e c'è la slavina di Tino, più avanti ancora, giusto all'imbocco delle Grise, dove la strada si restringe e poi si allarga. Proprio lì. Se vai su ci sono ancora». Ha nevicato forte l'altra notte sulla montagna valsabbina e alle prime luci dell'alba, oltre la sorpresa di dover far ripartire l'Unimog con la pala, per Paolo Salvadori c'è stata anche quella di incontrare l'orso.

«No, non l'ho visto. Solo le orme. Ad ogni modo era passato che già aveva smesso di nevicare, quindi non molto tempo prima». Paura? «E perché mai. Tre anni fa abbiamo avvistato una madre coi cuccioli mentre andavamo su un cantiere a Breguzzo, altri hanno visto l'orso fra Cerreto e Riccomassimo e non è successo niente. Poi non mi risulta che siano animali pericolosi per l'uomo».

Paolo è sceso dal camion, ha pestato la neve accanto a una delle orme con il suo stivale e ha scattato una foto col cellulare, giusto per poi poter documentare l'avvistamento agli amici del bar. La voce però ha fatto presto il giro del paese e poi oltre, arrivando all'orecchio delle guardie del Nucleo Ittico Venatorio della Provincia di Brescia. Che sono salite fin lassù. «Per fare dei rilievi e raccogliere eventuale materiale organico che ci permetta di aggiungere dati al progetto Life Ursus - fanno sapere al Comando -. La Provincia di Brescia, infatti, prima fra quelle lombarde, ha aderito al progetto Life Ursus, finanziato dall'Europa per tutelare la presenza dell'orso bruno sulle Alpi e sugli Appennini. Tocca a noi gestire i rilevamenti».

Così veniamo a sapere che a Pasqua gli agenti avevano documentato altre orme d'orso, sulla neve ancora presente al Baremone. Del resto il Trentino è molto vicino e proprio nel Parco dell'Adamello-Brenta tra il 1999 e il 2002 sono stati rilasciati 10 orsi (3 maschi e 7 femmine) che hanno originato la popolazione attuale, stimata nel 2011 in 33 esemplari, ai quali per certo si sono poi aggiunti nuovi cuccioli. L'orso passato vicino a Valle Dorizzo è sceso nel Caffaro ed è risalito dall'altra parte in direzione delle Valli Giudicarie. Stava rientrando a casa, insomma.

Ma è pericoloso? «Ogni allarmismo è ingiustificato - dicono a Brescia -. Da più di cent'anni nell'Europa occidentale non si registrano aggressioni all'uomo. Capita che qualche esemplare si cibi di animali domestici, capre o pecore. Dopo aver accertato ogni singolo caso rimborsiamo i danni e stavolta non ci è stato ancora segnalato nulla».

Ubaldo Vallini

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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