Lorandi ancora in terapia intensiva, Scapaticci: «Non mi fermo»
Incontro all’ospedale Borgo Trento di Verona tra Bruno Lorandi e le sorelle, dopo l’infarto che ha colpito l’ex marmista di Nuvolera condannato all’ergastolo per il delitto della moglie Clara Bugna. L’uomo, 72 anni, è ancora in terapia intensiva dopo l'infato avuto in carcere. «Solo mercoledì sapremo qualcosa di più e soprattutto se dovrà essere operato».
Il quadro resta critico per l’uomo che da sempre si proclama innocente nonostante i tre gradi di giudizio che lo hanno ritenuto colpevole dell’uccisione della moglie.
«Comunque vada il mio lavoro va avanti, non mi fermo e anche nell’ipotesi peggiore continuerò la mia battaglia perché le prove che abbiamo trovato dimostrato l’innocenza del mio assistito» ha commentato l’avvocato Scapaticci, che ha depositato un’istanza alla Corte d’Appello di Venezia per chiedere la revisione del processo dopo una perizia effettuata dagli esperti del Politecnico di Milano che avrebbero dimostrato che i consumi energetici di casa Lorandi, dove avvenne il delitto il 10 febbraio 2007, sarebbero proseguiti anche quando lui era uscito per andare al lavoro.
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