Valsabbia

«Lo immaginiamo arrivare in Paradiso in bici»: addio a Sandrel

«Di solito si dice che si va in Paradiso in carrozza, ma il nostro Alessandro possiamo immaginarlo arrivare lassù in bici», ha detto don Aurelio
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C’erano anche il labaro della Monte Suello e una decina di gagliardetti sezionali, ieri sera a San Faustino di Bione, per accompagnare nel suo ultimo viaggio Alessandro «Sandrèl» Cavagnini, il decano bionese degli alpini, che si è spento sabato sera.

Quaranta giorni fa, «Sandrèl» aveva compiuto cent’anni ed il paese intero l’aveva festeggiato ripercorrendo insieme a lui una vita lunga quanto densa di soddisfazioni, ma anche faticosa.

La guerra gli ha fatto conoscere il fronte francese e quello greco, poi la campagna di Russia, compresa la drammatica ritirata di Nikolajewka. Non bastava: l’hanno mandato dalle parti di Danzica, in Polonia, ad aggiustare le auto delle ditte tedesche e lì, prima di riuscire a tornare a casa, ha pure rischiato la fucilazione.

«Di solito si dice che si va in Paradiso in carrozza, ma il nostro Alessandro possiamo immaginarlo arrivare lassù in bicicletta», ha detto don Aurelio durante l’omelia, dopo averne decantato le virtù: «Mite e umile, sempre sorridente, discreto e silenzioso, semplice e mansueto, soprattutto dotato di grande fede».

In evidenza anche la sua salute di ferro: il riferimento d’obbligo alla bicicletta, infatti, è perché fino a pochi anni fa lo si vedeva ogni giorno inforcare al volo la sua vecchia Bianchi coi freni «a bacchetta» e pedalare fino a «Noàl», dove c’era il suo fienile, non senza qualche rischio. Lucido e attivo sempre, fino all’ultimo giorno di vita, quando nonostante il caldo è uscito di casa per occuparsi del piccolo orto. Una vita esemplare quella di Alessandro Cavagnini, funestata 38 anni fa dalla prematura scomparsa della «sua» Maria, che l’ha lasciato solo con tre figlioli, non tutti già grandi. Lui come al solito si è rimboccato le maniche e riusciva anche a fare due lavori per poter garantire ai suoi non solo una vita dignitosa, ma anche la possibilità di proseguire negli studi.

Sandrèl è andato avanti e mancherà a molti, quella sua presenza discreta, alle feste degli alpini di Bione. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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