L'azienda fallisce, gli ex dipendenti vogliono comprarla col tfr
Al volante di un autobus hanno percorso in lungo e in largo l’Europa. Dopo anni passati per le strade del Vecchio Continente, ora nove dipendenti della Almici di Vobarno - società di trasporti finita in fallimento nel 2013 - stanno per intraprendere un nuovo viaggio. Un progetto sul quale sono pronti a investire i risparmi di una vita.
«Abbiamo deciso di costituire una cooperativa per proseguire l’attività della Almici - ammette Daniele Bondoni a nome anche degli altri otto colleghi -, lasciandoci così alle spalle due anni di gestioni effimere dell’azienda che stanno mettendo a rischio i nostri posti di lavoro e i rapporti fin qui consolidati con importanti tour operator».
Dopo alcuni mesi dal fallimento il curatore (Giuseppe Rabaioli) aveva affidato il ramo trasporti della Almici - compresi i dipendenti e il parco macchine - alla New Bus Company, che aveva presentato un’offerta irrevocabile di acquisto della società di Vobarno per un valore pari a 1 milione di euro. Un impegno che la New Bus Company non ha saputo rispettare. Tant’è che per il prossimo 12 maggio Rabaioli ha fissatto l’asta per la cessione di due pullman ancora in carico alla Almici.
Un appuntamento al quale non vogliono mancare i nove dipendenti della società di Vobarno, che mettono sul piatto del curatore fallimentare il loro tfr e altre spettanze maturate in tanti anni di lavoro alla Almici. Il loro obiettivo è di creare una coop, aperta anche ad altri ex dipendenti, che con il sostegno economico del Fondo Sviluppo di Confcooperative e del Cfi (l’istituto di Cooperazione finanza impresa) possa permergli di esaudire un sogno: mantere il loro posto di lavoro, seppur nella veste di imprenditori anziché quella solita di dipendenti.
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