Lahlaoui, a Vestone per tutti era un «delinquente comune»
Da Vestone al Marocco sino alla Germania, passando anche per Bruxelles. Le tracce che Mohamed Lahlaoui ha lasciato dietro di sé, le stanno seguendo gli investigatori europei, porterebbero tramite il suo cellulare ai due fratelli kamikaze degli attentati di Bruxelles e al suo passaggio all'ospedale della capitale belga, e a Salah Abdeslam, ritenuto la mente della strage terroristica di Parigi.
A Vestone, però, dove ha vissuto per anni il 28enne marocchino è ricordato soprattutto per i suoi precedenti penali che niente hanno a che fare con il terrorismo islamico.
«Credo si possa dire che la radicalizzazione con l’Islam in questo caso c’entri poco» commenta il sindaco del comune valsabbino Giovanni Zambelli. «Piuttosto sapevamo che personaggio era, più che altro un delinquente comune: veniva da Pertica Bassa, un comune vicino a noi, è rimasto per parecchi anni prima di essere espulso e più volte è stato arrestato per reati contro il patrimonio».
Nel Comune di 4500 abitanti, i musulmani adesso sono più di 300: una comunità che aveva già preso le distanze dal 28enne arrestato in Germania. «Lo vedevamo sempre qui, che beveva, aveva mille guai. Non è una persona affidabile, non abbiamo nessun rapporto con lui» ribadisce Mohamed Elwardi, presidente della locale associazione Es-salam.
Nel frattempo il paese valsabbino fa i conti con il clima di preoccupazione per la nuova ondata di violenza terroristica che ha investito il Nord Europa. «Sono cose orribili, e la paura c’è. Ma non possiamo chiuderci in casa. O non si vive più» commentano i residenti di Vestone.
Parole che richiamano quelle di un’altra comunità valsabbina, quella di Vobarno, all’indomani dell’arresto di quel Anas El Abboubi, il rapper di origini marocchine reclutato nelle file dell’Isis, del quale si sono perse le tracce dopo che si sarebbe unito a Daesh in Siria.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato