Iuschra, ora in campo resta la speranza
Ora è rimasta solo la speranza a calcare i sentieri dell'Altopiano di Cariadeghe. L'imponente dispositivo di soccorritori, fino a 1.500 uomini all'opera, è ora ridotto al minimo. Da questa mattina, infatti, la zona delle ricerche, rimasta off limits dal 19 luglio scorso, è di nuovo lasciata al passo di turisti, fungaioli, amanti di quell'angolo di Carso in terra bresciana tanto affascinante quanto potenzialmente minaccioso per una ragazzina come Iuschra, la 12enne affetta da autismo che pare svanita nel nulla.
Una squadra di Vigili del Fuoco è salita anche questa mattina tra i boschi di Serle, dove oggi probabilmente anche molti di coloro che sono soliti frequentare quella zona e hanno consuetudine coi percorsi che vi si snodano si recheranno nell'intento di offrire un contributo più o meno prezioso alle ricerche, cosa che dall'ordinanza del sindaco Paolo Bonvicini del 21 luglio non era più consentita, al fine di non intralciare le operazioni degli esperti in campo.
Elicotteri, droni, ispezioni speleologiche, perlustrazioni dei sommozzatori, battute delle unità cinofile, interventi dei rocciatori, chilometri e chilometri di tracciati passati al setaccio. Nulla ha dato risultati. Ora lassù resta ben poco di questa macchina imponente: uno stand con alcuni operatori cui rivolgersi se per caso si hanno segnalazioni o riscontri lungo i sentieri e la speranza. In primis quella di un padre, quello di Iuschra, che non sa darsi pace e ancora chiede che la piccola sia cercata, magari altrove.
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