Iuschra, il disperato appello del papà: «Va cercata altrove»
Iuschra non si trova. E il tempo ormai è scaduto. Dieci giorni di battute interminabili. Un esercito di esperti, una messe di strumenti di tecnologia avanzata messa in campo. Eppure niente. La 12enne benagalese affetta da autismo scomparsa nei boschi di Cariadeghe giovedì 19 luglio, pare svanita nel nulla.
Domani le ricerche si fermeranno. Almeno quelle imponenti che hanno tenuto sotto assedio quell'angolo verde sopra Serle. Già oggi erano solo una 40ina gli addetti al lavoro. E ora anche i Vigili del Fuoco lasceranno la piana dalla quale la bambina è partita di corsa verso l'ignoto, là dove ora resterà giusto un presidio, un punto di raccolta informazioni pronto a riattivare la mastodontica macchina delle ricerche che dalla scomparsa di Iuschra ha ribaltato l’altopiano e le sue innumerevoli cavità come un calzino.
In tutto, in dieci giorni, la Prefettura ha mosso circa 1.500 uomini, oltre a cani da ricerca e molecolari, elicotteri e droni. Oltre alla testimonianza del pensionato con i cani che vide Iuschra andare in direzione del prato della Carlina, negli istanti stessi del suo allontanamento dalla piana dove la sua comitiva si era fermata per il picnic, i sopralluoghi non hanno portato a nulla di significativo.
Alla lente delle squadre sono stati passati a più riprese 750 ettari di bosco, i sentieri che da Sant’Eufemia, Botticino, Nave, Caino, Gavardo e Vallio Terme portano a Cariadeghe. Sono state bonificate 135 tra grotte e cavità carsiche. Eppure di Iuschra nessuna traccia.
Il papà della piccola pare non darsi per vinto. E lancia un ultimo, disperato appello: «Qui è stato cercato ovunque con uomini e mezzi in quantità. Forse Iuschra va cercata altrove, qui di certo non può essere». Là dove a restare è semmai solamente una flebile ma insopprimibile speranza.
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