«Iuschra ce la farà»: parla la speleologa intrappolata a Serle
«Chissà che paura povera piccola, ma sono sicura che anche lei ce la farà». Lo ha detto all'Ansa, raggiunta telefonicamente in Francia dove è in vacanza, Anna Bonini la speleologa bresciana che nel 2011 rimase intrappolata per oltre 48 ore in una delle grotte di Cariadeghe di Serle, lo stesso altopiano dove è sparita Iuschra, la dodicenne di cui si sono perse le tracce da giovedì.
«La mia storia chiaramente è molto diversa, ma conosco bene quella zona - racconta -. Anche solo facendo una passeggiata ci si può perdere, ma ci sono tanti punti dove ci si può riparare». Nel novembre del 2011, Anna Bonini, allora 36enne, stava facendo una spedizione con un gruppo di amici e rimase bloccata a 250 metri di profondità, perché ferita, nell'Omber del bus del zel, un antro che si sviluppa per 20 km con un dislivello di 400 metri. «Quello è sicuramente uno dei percorsi più affascinanti e impegnativi - ricorda - ma vi sono tanti crepacci meno profondi e quindi meno pericolosi».
Per raggiungerla e poi portarla fuori in barella, lavorarono diverse squadre del soccorso alpino e speleologico, dandosi il cambio, negli stretti passaggi, con una media di 10 ore per fare 100 metri. «Io non ebbi mai paura - racconta adesso - ero sicura che mi avrebbero portato fuori e spero tanto che anche per quella bimba la disavventura finisca bene».
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