Valsabbia

«In piazza con noi», le telecamere di Teletutto puntate su Agnosine

Domenica, in diretta sul canale 16 del digitale terrestre dalle 11, il racconto di una terra laboriosa e appassionata
Al timone del programma Clara Camplani e Marco Recalcati - © www.giornaledibrescia.it
Al timone del programma Clara Camplani e Marco Recalcati - © www.giornaledibrescia.it
AA

Noi di «In Piazza con Noi» saremo ad Agnosine domenica 22 maggio, su Teletutto in diretta alle 11. Ci accoglie questa statua, quasi improvvisa, di cinque metri dalla base alla punta della bandiera protettiva, è la scelta ragionata e lavorata scolpendo un rovere speciale rosso, fondata su un mantello di pietà avvolgente, dal collo al corpo dei due bambini ai piedi. Garantisce una visione immediata per chi entra in Agnosine, a lato della Conca D’Oro, in una trilogia ai piedi del colle di Sant’Eusebio con Odolo sotto e Bione sopra, a sviluppare un’entrata meridionale nella Valle Sabbia, una sorta di biglietto da visita e di frontiera benigna.

Lui, lo scolpito, è un elevato verso il cielo, lui è un alpino solido e possente di bene, lui è il beato don Gnocchi, protettore e curatore dei mali contro l’infanzia ferita dalle guerre, degli orfani di questi scontri umani, da alpino e santo protegge i bambini orfani delle guerre, protegge i bambini feriti nel corpo, nella mente e negli occhi colpiti da umani impazziti dal virus del potere. Oggi, questo don Gnocchi, così fisico e così allusivo per il mondo ucraino e russo e per i mondi senza pace, questo don Gnocchi vissuto e creato da un artista di testa e di mano sensibili come Gianluigi Zambelli, saluta noi tre di «In Piazza con Noi» e ci accoglie nel centro di una piazza di verde appena cinquanta metri più in là, verso la salita lieve nel cuore delle valli dove Clara Camplani e Marco Recalcati ascolteranno gli ospiti della comunità. Vicino di casa del don Gnocchi di Zambelli, fa compagnia una seggiolata in legno con aquila centrale fatta da Guido Formenti.

Impegno

Agnosine è strategica, controlla il via vai dal Colle di Sant’Eusebio, le vie più che collinari verso Lumezzane, la Valtrompia e la media Valle Sabbia, sistema un’idea di accoglienza e di baluardo con le sue millesettecento anime sparse in alcun frazioni e unite da un sentimento di montagna. Il gran pittore Togni esalta un’Agnosine quieta, nella copertina di un libro agile e bello, curato da Giancarlo Marchesi e Ubaldo Vallini. Il popolo industrioso di queste terre ha pattuito con i campi, gli orti, i boschi, la doppia verità dell’isolamento e del vivere alternativo, una sintesi tra fabbrica e campi, piccola agricoltura e mono industria, quando l’equilibrio si è perso, certi sindaci come Giorgio Bontempi lo hanno ristabilito con interventi coraggiosi.

Si sale a un camposanto curato da 800 ore di lavoro gratuito di cinque o sei volontari. Gli ucraini arrivati continuano ad Agnosine a curare l’orto di Leopoli e di Kharkhiv: la terra, nell’abbraccio universale dei bambini, delle donne e degli uomini, la terra è identica, basta seminare e centellinare cento gocce d’acqua al giorno e crescono insalate e pomodori vicino a quella pianta, Kimi Paulonia, che si mangia i veleni nell’aria, sradicata dalla Russia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato