Il vaso-borraccia di epoca romana simbolo del rilancio del museo
Lo splendido vaso-borraccia che racconta il mito di Ercole. Il rarissimo «solido» d’oro, moneta coniata al tempo di Valentiniano III, con l’effigie dell’imperatore nel fulgore degli abiti e degli ornamenti. Ma non solo. Per la sezione romana del Museo archeologico di Gavardo si annunciano progetti di rilancio in grande stile.
«Oggi - ricorda il direttore, Marco Baioni - la sezione propone quasi esclusivamente reperti provenienti dalla necropoli di Salò, interessante rappresentazione del rapporto dei nostri antenati con la morte. Noi vogliamo però poter mostrare anche la vita, la vita di tutti i giorni».
Per farlo, il museo gavardese andrà a «recuperare» quanto di più significativo tornato alla luce nel corso degli scavi eseguiti in diverse località della Valsabbia e fino ad oggi rimasto sepolto nei depositi.
Simbolo della reinassance del museo sarà la ricollocazione del vaso-borraccia, uno dei gioielli conservati nel museo di Gavardo, risalente al I-II secolo dopo Cristo e considerato dagli esperti un unicum assoluto per temi, qualità e caratteristiche della decorazione, che illustra da un lato la vicenda di Ercole e Laomedonte e dall’altro il trionfo di Dioniso.
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