Valsabbia

Il papà: «Me ne andrò solo quando mia figlia verrà via con me»

Intanto Serle continua a stare vicino ai soccorritori: pasti serali a carico degli agriturismi
L’appello. Mohamed Liton Gazi - © www.giornaledibrescia.it
L’appello. Mohamed Liton Gazi - © www.giornaledibrescia.it
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«Me ne vado solo quando con me potrà venire mia figlia». Mohamed Liton Gazi non si muove da Cariadeghe, dove da sette giorni ormai, centinaia di soccorritori stanno cercando la sua piccola Iuschra. «La mamma è a casa, perché ci sono gli altri tre bambini a cui pensare, ma anche perché se fosse qui starebbe ancora peggio» aggiunge.

Riusciamo a parlare con lui rompendo il salvifico cerchio di protezione psicologica costruitogli attorno, perché è lui stesso a voler parlare coi giornalisti: «Voglio ringraziare tutte le persone che stanno facendo tanto per trovare la mia bambina e vorrei chiedere anche a chi vive nei paesi attorno di guardarsi in giro. Se la dovessero vedere chiamino subito i soccorsi».

Mohamed Liton ogni giorno si legge tutti i giornali e c’è una cosa che proprio non gli va giù: «Io e la mia famiglia non siamo pakistani, veniamo dal Bangladesh». Chi lo sta seguendo da giorni l’ha soprannominato e lo chiama «Lion», per il coraggio dell’attesa e la risolutezza con cui affronta ogni minuto, ma anche per la signorilità che manifesta nell’affrontare il momento terribile.

Intanto la macchina dei soccorsi prosegue il suo cammino e lo farà per diversi giorni ancora. E i serlesi che non hanno mai fatto mancare il loro apporto ai soccorritori giunti da ogni dove sull’altopiano si stato organizzando di conseguenza. «Andare avanti coi panini non è più possibile. Da oggi saranno gli agriturismi di Cariadeghe a fornire i pasti serali, mentre Alpini e Protezione civile dovrebbero predisporre una cucina da campo» ha detto il sindaco di Serle, Paolo Bonvicini. Che poi ha tirato le somme dell’impegno dell’amministrazione serlese e dei suoi concittadini in questi giorni: «Domenica sono stati impiegati, perché profondi conoscitori del territorio, un centinaio di serlesi, lunedì cinquanta. Costantemente presenti i trenta uomini della Protezione civile, per non parlare delle bariste del CogessBar che si sono date il cambio per dare una mano ai gestori dell’osteria Ruchì. Si sono dati da fare gli Alpini e perfino alcuni elementi della banda si sono messi a disposizione per provare ad attirare Iuschra con la musica».

E per le spese? «Noi ci siamo occupati delle vettovaglie e in questi primi cinque giorni abbiamo speso circa mille euro al giorno - dice Bonvicini -. L’Associazione dei Comuni Bresciani si è fatta avanti mettendo a disposizione il fondo per le emergenze».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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