Il papà di Iuschra: «Non voglio pensare a niente di brutto»
Mdliton Gazi è seguito da un infermiere del 118 che non lo perde di vista. Il padre di Iuschra è un uomo che comincia a cedere. A livello fisico e psicologico.
Da giovedì alle 13 non ha più lasciato Serle, dove sua figlia Iuschra è scomparsa. Non è tornato a casa nemmeno per riposare qualche ora la notte scorsa. «Non posso, voglio mia figlia» dice con un filo di voce mentre un elicottero sorvola per l’ennesima volta il cielo sopra la sua testa. È stanco, provato, terrorizzato e bombardato da voci, notizie, informazioni e richieste. «Non voglio pensare a niente di brutto. Certo ho paura» racconta.
In Italia dal 1997, sta vivendo un incubo. A casa, in centro città, ha moglie e tre figli di cui uno, come Iuschra, affetto da autismo.
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