Il papà di Iuschra cerca conforto nel testimone: «Era tranquilla»
«Voglio parlare con la persona che ha visto per l’ultima volta mia figlia» ha chiesto alla psicologa che lo affianca in questi giorni. Così a metà pomeriggio di ieri Mdliton Gazi, il padre di Iuschra, ha incontrato Mario Franzoni, il residente che giovedì ha incrociato sul sentiero nei boschi di Serle la ragazzina che già stava correndo lontano dal gruppo con il quale era in gita.
Il padre, divorato dall’ansia e dalla preoccupazione, e il testimone di un dramma. Faccia a faccia. «Volevo sentire dalla sua voce come stava mia figlia, come l’ha vista» era il desiderio. «Non potevo immaginare che sarebbe successa una cosa del genere» dice Franzoni quasi a scusarsi per non essere riuscito a fermare la corsa verso il mistero di Iuschra. «Ma non ho sensi di colpa, mi sembrava tranquilla e non spaventata» ripete l’uomo.
«Non è colpa sua, non poteva farci nulla» la replica del genitore della 12enne. «Non si sarebbe fatta avvicinare, a volte reagisce in modo aggressivo» spiega il papà di Iuschra.
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