Valsabbia

«Il linguaggio del colore», in mostra l'arte di Piero Giunni

Inaugura a Vestone la mostra «Il linguaggio del colore. L’arte informale tra Vestone e Bondone», retrospettiva dedicata a Piero Giunni
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Sarà inaugurata oggi alle 18, nella sala espositiva di via Glisenti 43, la mostra «Il linguaggio del colore. L’arte informale tra Vestone e Bondone», retrospettiva dedicata a Piero Giunni. Organizzata dall’associazione di promozione culturale «Via Glisenti 43», la mostra presenta al pubblico una rassegna di dipinti dell’artista milanese provenienti da collezioni private. È una formula che l’associazione vestonese, presieduta da Gianfausto Salvadori, ha già adottato, con risultati felici, in occasione della mostra «Immaginare il sacro. Artisti bresciani del ’900», in occasione della scorsa Pasqua.

La rassegna vuole ripercorrere la carriera di Giunni, nel lungo periodo legato ai soggiorni dell’artista sull’Eridio, con particolare riferimento, seppure trasfigurato, all’elemento naturale. Attraverso 37 tele, proposte anche in catalogo, i curatori intendono indagare la fedeltà dell’artista alla rappresentazione della realtà delle montagne sabbine e trentine.

Sul finire degli anni Sessanta, Giunni stringe amicizia con tanti valsabbini amanti dell’arte: la vallata solcata dal fiume Chiese è sempre stata una calamita d’artisti che ha saputo attirare, grazie ai suoi inconfondibili paesaggi e a suoi irripetibili colori, pittori di chiara fama. La vicinanza di Giunni alla Valle Sabbia è d’altro canto condivisa in quegli stessi anni anche da artisti come Solaro, Fiessi e Dolci, nonché dal giovane Getulio Alviani, che proprio in Vestone ha mosso i primi passi della sua prestigiosa carriera internazionale.

Il legame di Giunni con la Valsabbia e con Bondone non si è mai più interrotto: la tappa vestonese era d’obbligo, quando tornava in valle al termine del periodo invernale trascorso nella metropoli milanese. Un legame che, dopo la sua scomparsa avvenuta a Bondone il 30 agosto del 2000, l’artista ha voluto perpetuare scegliendo di riposare in prossimità del suo amato lago, quello stesso lago e quella stessa terra che sono stati fonti inesauribili d’ispirazione per la sua arte.

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