Valsabbia

I sindaci del lago d'Idro: «Mantenere i livelli per salvare il turismo»

Con la Federazione criticano il «Contratto di Fiume». Bordiga: «Sistemi irrigui d’altri tempi»
CONTRATTO DI FIUME DA RIVEDERE
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Dalla terrazza del Castello di San Giovanni a Bondone, dalla quale la vista è spettacolare sulla parte più a nord dell’Eridio, i sindaci rivieraschi uniti, insieme al presidente della «Federazione delle associazioni che amano il fiume Chiese ed il suo lago d’Idro», lanciano strali contro il «Contratto di Fiume» approvato dal Consiglio regionale lombardo il 22 marzo scorso che, riferendosi al Chiese «sublacuale», di fatto li ha esclusi dal confronto.

Lo fanno proponendosi di intervenire in tutte le sedi istituzionali per far valere il peso della loro decisione di avanzare uniti, come ratificato un anno fa da un preciso accordo, magari coinvolgendo nello stesso protocollo anche gli altri sindaci dell’asta del Chiese, sicuramente il Bacino Imbrifero Montano del Chiese trentino. Ad introdurre le argomentazioni il presidente della Federazione Gianluca Bordiga che ha inquadrato la situazione e in particolare l’«incapacità del mondo agricolo della Bassa» di adottare sistemi irrigui moderni e parchi nei consumi d’acqua: «Siamo ancora fermi all’irrigazione a scorrimento, come accadeva nell’Ottocento».

A fare gli onori di casa il sindaco di Bondone, Chiara Cimarolli, intenzionata a mantenere alta infissa sulle sponde del lago quella «bandiera blu» che certifica l’eccellenza nella qualità delle acque eridiane. Più tecnico l’intervento del presidente del Bim Claudio Cortella, che ha auspicato la creazione di infrastrutture di regolazione del lago capaci di salvaguardare le importanti realtà interconnesse che di quell’acqua hanno bisogno.

Poi è stato il turno del sindaco di Idro, Aldo Armani: «Sappiamo che le opere di regolazione del lago sono da sistemare, non capiamo però per quale motivo debbano rispettare la regola di gestione ormai superata dei 3,25 metri di dislivello. Sistemiamo quella regola, prima di progettarne di nuove».

«Invece no - ha aggiunto -. Sappiamo che per il prossimo autunno sarà pronto un nuovo progetto e ancora di regola non se ne parla». «Se volgiamo parlare di turismo sul lago la prima cosa da fare è salvaguardare le sue sponde: livelli e qualità dell’acqua», ha detto il sindaco bagosso Gianzeno Marca. «Dobbiamo mantenere come faro l’accordo prefettizio siglato nel 2007 che prevedeva un’escursione massima del lago di 1 metro e 30», ha detto il sindaco di Anfo Umberto Bondoni.

I sindaci hanno affrontato anche l’idea di realizzare il maxidepuratore dei reflui gardesani lungo il Chiese: «A parte le evidenti incongruenze dal punto di vista ecologico e idraulico - hanno detto - si tratta di una trappola: una volta immessa acqua di depurazione nel Chiese avranno pieno diritto a esigere i giusti volumi per poterla diluire, come prevede la normativa».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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