I carabinieri frugano nello spiedo in cerca di uccelli proibiti
Da una parte sono delusi perché ritengono di essere vessati dalle guardie, persino quando sono seduti a tavola per festeggiare. Dall’altra sono soddisfatti per aver dimostrato, anche in questa occasione, di essere ligi alle regole.
«Anche se queste norme sono a volte così complicate che bisognerebbe essere tutti avvocati per riuscire a rispettarle» precisa uno di loro. Sono i cacciatori di Agnosine presieduti da Fabio Ronchini che come ogni anno, quando arriva maggio, si riuniscono con le famiglie nel salone del rifugio Bertagnolli, edificato dagli alpini del gruppo locale, per condividere in festa la comune passione venatoria. E come lo possono fare i seguaci di Diana in terra bresciana? Con uno spiedo, naturalmente. Ecco però, poco prima di mezzodì, quand’è quasi ora «de despiedà» ed il profumo intenso del burro cotto sta provocando fra i presenti incontenibili salivazioni, comparire anche due carabinieri forestali.
Vogliono assistere alle operazioni, controllano «presa per presa» che sulle bacchette, fra patate, «momboi», tordi, merli e cesene, non ci sia magari qualche uccelletto proibito dal becco fino. «Tutto a posto, scusateci, è che ci hanno segnalato questa cosa e non potevamo che venir qui a controllare» avrebbero detto le due guardie ai cacciatori.
Fra i commensali festanti c’era anche il sindaco Giorgio Bontempi, che ha consegnato il suo disappunto per questa vicenda ai social: «Da uomo delle istituzioni non commento la verifica delle forze dell’ordine, loro fanno il loro lavoro. Mi domando però: coloro che hanno segnalato e chiesto di verificare, cosa speravano di fare? Rovinare la festa di 140 cacciatori che essendo in possesso della licenza di caccia hanno di sicuro la fedina penale pulita? Faccio un invito a questi miei cittadini ambientalisti: preoccupatevi di disturbare le forze dell’ordine quando notate spacciatori e ladri, abbiate la stessa cura dei monti e del nostro territorio tanto quanto ne hanno i cacciatori, grazie».
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