Valsabbia

Gran botto al bancomat, ma senza bottino

A vuoto il tentativo dei malviventi di aprire il distributore automatico di banconote a Serle.
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Polvere pirica in una quantità consistente. Tanto da fare danni alle strutture ma senza arrivare a far aprire il distributore automatico di banconote. Un altro tentativo andato a vuoto per i malviventi che da qualche tempo a questa parte stanno prendendo di mira diversi bancomat della provincia.
Dopo San Bartolomeo in città e Borgosatollo dieci giorni fa, la notte scorsa alle tre, un botto ha scosso la zona di via Galilei a Serle. I banditi hanno agito ai danni della Banca Popolare di Vicenza. Anche in questo caso, come a Borgosatollo, hanno utilizzato polvere da sparo per far saltare il bancomat, ma anche in questo caso non sono riusciti nel loro intento di arricchirsi.

Stanno però affinando la loro tecnica i malviventi, perché sono riusciti ad innescare l'esplosivo, cosa che invece a Borgosatollo non era loro riuscita. Dopo il botto i ladri, che pare potessero essere almeno in tre, sono saliti su una Mercedes Ml rubata alla fine di febbraio a Lonato e sono scappati verso San Gallo, dove hanno abbandonato la vettura per darsi alla fuga su un'altra auto «pulita».

Il complesso in cui è inserita la filiale della banca è piuttosto isolato, con negozi e attività commerciali più che abitazioni residenziali. Una scelta dettata dal fatto che in questo modo avrebbero potuto agire con più tranquillità senza dare troppo nell'occhio. Senza contare che gli stessi banditi hanno poi coperto con spray nero gli «occhi elettronici» delle telecamere di videosorveglianza dell'istituto di credito.

Sul posto, per effettuare i rilievi, sono intervenuti nella prima mattinata di ieri i carabinieri della Sis, la Sezione investigazioni scientifiche, gli artificieri e i militari di Nuvolento. Il «modus operandi», come detto, è del tutto simile a quello adottato a Borgosatollo. Può darsi quindi che si tratti della stessa banda che sta cercando di affinare la tecnica di furto.

dz

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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