Giusi, uccisa dal marito con 10 coltellate sulla porta di casa
Ha avuto solo il tempo di dire ai vicini «mi hanno accoltellata». Poi Giuseppina Di Luca, 46 anni, è morta sugli ultimi gradini delle scale di casa. Scappando dal marito che non accettava di diventare ex e che si è trasformato in assassino. In una palazzina moderna di via Marconi, ad Agnosine, è stata una mattinata di sangue.
Paolo Vecchia, 52 anni, ha aspettato la vittima sul pianerottolo di quell’abitazione dove lei era andata ad abitare un mese fa in attesa di completare le pratica della separazione. La donna aveva deciso di dire basta alla storia dalla quale erano nate due figlie di 21 e 24 anni, ma lui non accettava la fine del matrimonio e si è vendicato con la violenza, dopo aver pedinato nell’ultimo mese a più riprese la moglie.
«Non ci sono denunce» assicurano i Carabinieri dal Comando provinciale di Brescia. Secondo la ricostruzione agli atti, Paolo Vecchia ha inseguito Giuseppina - per tutti Giusi - sulle scale, sapendo che sarebbe dovuta andare a lavorare, e l’ha colpita con un coltello a serramanico prima, con un pugnale poi. Almeno una decina di fendenti, molti ritenuti letali sulla base delle prime rilevazioni del medico legale.
Gli operatori del 118 per un’ora hanno tentato di rianimare la 46enne, ma non c’è stato nulla da fare. Nel frattempo Paolo Vecchia aveva già lasciato lo stabile e con la sua auto si è diretto dai Carabinieri a Sabbio Chiese dove si è costituito e ha consegnato le armi utilizzate. Poi si è chiuso nel silenzio e nell’interrogatorio e davanti al magistrato di turno Carlotta Bernardini si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Non era lucido per poter raccontare i fatti, non li ha detti nemmeno a me» conferma l’avvocato di fiducia Roberto Lancellotti. «Diceva in giro che voleva fargliela pagare, ma non pensavamo arrivasse a tanto» sono le parole della sorella della vittima. Entrambi lavoravano come operai, lei in una ferriera di Bione e lui in una di Odolo.
Vecchia è stato condotto in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato, mentre il cadavere di Giuseppina Di Luca è all’obitorio del Civile di Brescia in attesa dell’autopsia disposta dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta. «Parliamo di una famiglia normale, entrambi grandi lavoratori. Non si capisce cosa possa essere scattato nella mente dell’uomo. Per la nostra comunità è dolore tremendo» commenta il sindaco di Agnosine Giorgio Bontempi.
«In paese girava voce che si stessero separando, ma nessuno avrebbe immaginato un caso simile. Siamo sotto choc» aggiunge Onorio Luscia, un altro sindaco, quello di Sabbio Chiese, paese dove la coppia ha vissuto sotto lo stesso tetto fino ad un mese fa. Fino a quando Giuseppina ha deciso di andarsene. Il marito ha provato a farla tornare e quando ha capito che la donna non avrebbe fatto un passo indietro è andato a casa con un coltello e un pugnale in tasca. Per chi indaga, «fin dall’inizio il suo intento era di ucciderla».
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