Valsabbia

Gaver «dimenticato», la protesta degli operatori turistici

Mancano ancora gli interventi per mettere in sicurezza la Sp699: molte attività ricettive hanno chiuso. La protesta degli operatori del settore
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La pioggia milionaria sulla viabilità valsabbina resa nota nei giorni scorsi è venuta giù come acido lungo la Provinciale numero 669, fra Valle Dorizzo e il Gaver. «Anni a dire che la priorità della montagna bresciana era fare in modo di rendere sicuro dalle slavine l'accesso al Gaver e ora non se ne parla più?». È il rammarico espresso da Gianzeno Marca, rappresentante della Camera di Commercio in seno all'agenzia territoriale per il turismo valsabbino e comproprietario di una delle uniche due strutture ricettive ancora operative al Gaver. 

I «numeri» registrati sulla presenza di turisti negli assolati fine settimana estivi sono positivi, ma il quadro è desolante: «Lungo la Valle del Caffaro in questi ultimi anni hanno chiuso moltissime attività ricettive: registriamo più di 200 posti letto in meno nelle strutture alberghiere, in una Valle che in tutto ne aveva 728. Un disastro, altro che sviluppo turistico».
Al Gaver rimangono infatti il Blumon Break e la Locanda Gaver, peraltro con impianti sciistici inesorabilmente fermi. Eppure gli operatori sono convinti ci sia ancora un margine di sviluppo: «Gli imprenditori - conclude Marca - sono pronti ad investire, a patto di garantire un accesso sicuro anche d'inverno». 

Perché la Sp669 possa essere considerata «sicura» manca infatti un sistema di prevenzione o di protezione per le slavine che scendono dal canalone della «Grisa» per poi separarsi in due tronconi, fra Valle Dorizzo e il Gaver. Un pericolo che negli ultimi inverni ha causato frequenti blocchi della viabilità, che hanno indotto molti operatori turistici a «mollare». «Ce lo dicano una volta per tutte, se il Gaver deve morire».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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