Valsabbia

Gavardo: c'è un indagato per la morte di Ema

Un ragazzo del paese è iscritto nel registro degli indagati: avrebbe dato al 16enne il francobollo allucinogeno fatale
Indagato il giovane che gli ha venduto la droga
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Le analisi hanno confermato quelle che fino ad oggi erano solo ipotesi. Emanuele Ghidini ha assunto droga, marijuana e allucinogeni, la notte tra il 23 e il 24 novembre dello scorso anno, quando si lanciò nel fiume chiese a Gavardo morendo a 16 anni in un modo assurdo e senza un perché.

«Mi voglio uccidere» aveva detto all’amico al suo fianco prima di prendere la rincorsa e gettarsi nelle acque gelide del fiume che passa a pochi metri dalla casa di famiglia. Le indagini della Procura, lunghe e tutt’altro che facili anche per la reticenza dei giovani ascoltati, hanno portato ad una svolta: nel registro degli indagati, nell’inchiesta del sostituto procuratore Isabella Samek Lodovici, è finito il nome di un ragazzo di Gavardo.

Maggiorenne e presente alla festa dove c’era anche Emanuele. Indagato a piede libero, deve rispondere di morte come conseguenza di altro reato. Sarebbe lui ad aver ceduto al 16enne il francobollo allucinogeno fatale; droga sintetica come quella ritrovata anche nelle tasche di un altro giovane presente al party. Emanuele avrebbe assunto l’allucinogeno tra mezzanotte e le due mischiando anche alcol. Prima delle tre il tuffo nel fiume Chiese; solo il giorno dopo il corpo venne ritrovato ormai privo di vita.

«Chi ha sbagliato deve pagare» ha detto non appena appresa la notizia Giampietro Ghidini, il padre di Emanuele che dopo la tragedia ha dato vita ad una fondazione denominata «pesciolino rosso» che nel nome e nel ricordo del figlio porta avanti una battaglia contro la droga.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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