Gavardo, addio al missionario don Luigi Franceschetti
Addio a don Luigi Franceschetti, prete degli ultimi e tra gli ultimi. Se ne è andato ieri, serenamente, dopo aver combattuto a lungo contro la malattia. Una vita, la sua, in gran parte dedicata a un apostolato di frontiera, tra i poveri del Venezuela.
Nato a Gavardo ottant’anni fa, don Luigi era stato consacrato sacerdote nel 1964. Curato a Serle fino al 1966, e poi per un anno a Castelfiorentino, dopo un breve periodo trascorso in Spagna era stato destinato, appunto, a una missione del Venezuela. E là era rimasto per quasi mezzo secolo, fino a quando, seriamente malato, aveva dovuto rientrare in patria. Impegno.
Nel Paese latinoamericano, «padre Luis» (come lo chiamavano i suoi parrocchiani) era una vera e propria istituzione. Figura amatissima, si era impegnato senza risparmio al miglioramento spirituale e materiale delle popolazioni più disagiate. Nei caserios di un territorio vasto quanto l’intera Valsabbia aveva fatto sì che venissero edificate venti chiesette, nelle quali si recava a turno a celebrare. Alla sua straordinaria intraprendenza si devono la realizzazione di strutture educative, case-rifugio per giovani donne e centri di accoglienza per studenti bisognosi a Baragua, Barquisimeto, Carora.
Il ritorno in Italia era stato vissuto da lui con rassegnazione. «Il mio cuore - ripeteva spesso - è rimasto laggiù, tra la mia gente». La salma di don Luigi Franceschetti è esposta nella cappella del cenacolo Elisa Baldo, dove il sacerdote era ospite da qualche tempo. La veglia funebre si terrà domani, venerdì, alle 18. Le esequie saranno officiate sabato mattina alle 10, nella chiesa parrocchiale, dal vescovo Pierantonio Tremolada.
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