«Eravamo convinti di trovare Iuschra in breve, non ci diamo pace»
«È scappata la bambina, è scappata la bambina». L’incubo è cominciato da pochi minuti. È la mattina di giovedì 19 luglio 2018. Enea Franzoni si trova nello spiazzo davanti all’Osteria Ruchì. Vede una donna scendere dal sentiero che porta alla Cascina del Comune, la sente gridare. Cerca un telefono fisso, sull’Altopiano non c’è alcun segnale. Bisogna dare l’allarme, «la bambina è scappata». Enea le dice che può chiamare da lì, all’osteria.
Chiede cosa è accaduto, non perde tempo, sale sull’auto e risale il sentiero. Non troverà nulla. Enea Franzoni, dipendente del Comune, volontario della Protezione civile antincendio di Serle, è stato il primo estraneo al gruppo che accompagnava la bambina a mettersi alla sua ricerca. E ora, dopo il ritrovamento del cranio che si presume appartenere alla piccola Iuschra, quei ricordi riaffiorano ancora più vividi. E con essi la convinzione forte allora che il ritrovamento sarebbe avvenuto in giornata.
«Sono andato su - racconta al fianco di due altri volontari, Angelo Franzoni e Giovanni Pozzani - fino alla Cascina, dove...
La testimonia integrale e ampi servizi sul caso di Iuschra sono sulle pagine dell'edizione del GdB in edicola oggi, mercoledì 7 ottobre, scaricabile anche in formato digitale
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