Valsabbia

Droni: la tecnologia in soccorso alle ricerche di Iuschra

Volano dal cielo a scandagliare i 650 ettari dell'Altopiano di Cariadeghe, anche con termocamere ad infrarossi
IUSCHRA, DRONI PER LE RICERCHE
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All’opera sull’Altopiano di Cariadeghe non solo uomini e cani molecolari, ma anche tecnologie avanzate, come quella dei droni, impiegati dai Vigili del Fuoco di Trento e dal personale del Soccorso Alpino giunto appositamente dalla Sardegna.

Questi piccoli oggetti volanti sono in grado di lavorare in ampie zone aperte e particolarmente impervie. Posso individuare sia ciò che è visibile anche agli operatori da terra, sia ciò che non lo è  grazia a delle telecamere a raggi infrarossi che riescono ad individuare i vari corpi grazie al calore che emanano sia sullo spettro di ciò che si vede anche a occhio nudo, sia sullo spettro di ciò che all’uomo è invisibile. 

Ma come funziona una telecamera ad infrarossi? Sfruttando la differenza di temperatura che viene riflessa dal terreno, che solitamente è più freddo, rispetto a quella emessa dal corpo, questa  risalta sull'obiettivo della camera termica e la diversità di calore individuata dal dispositivo viene visualizzata anche sul sul display del del pilota. I droni volano a un’altezza che varia dai 20 ai 50 metri rispetto al suolo: la telecamera è ad alta risoluzione con uno zoom ottico stabilizzato che è in grado, da quelle altezze, di effettuare degli ingrandiementi stabili e precisi e individuare anche i dettagli più piccoli presenti nella porzione scandagliata.

C’è però un discrimine nell’utilizzo ottimale del drone a Cariadeghe: questo territorio non è aperto, bensì è in larga parte boschivo e, nonostante la sua precisione,la telecamera del drone non riesce a penetrare la selva, o comunque lo fa con grande difficoltà. Rimane quindi di primaria importanza il lavoro che stanno facendo sul territorio uomini e unità cinofile.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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