Dalla Svizzera alla Rocca d'Anfo, sulle orme del medico amico di Garibaldi
È un personaggio illustre quello che nei giorni scorsi, con l’obiettivo di raccogliere informazioni su uno dei fondatori della Croce Rossa Internazionale, ha fatto tappa alla Rocca d’Anfo.
Si tratta dello storico ginevrino Roger Durand, da anni impegnato a rivalutare la figura di Louis Appià, chirurgo svizzero nato più di duecento anni fa, che ebbe per primo l’intuizione di introdurre fra le pratiche dell’ente benefico non solo la cura dei soldati in battaglia, ma anche il «gesto che salva», ovvero l’aver cura dell’igiene pubblica anche presso le popolazioni civili ben lontane dalla prosperità economica.
La visita
Ad accompagnare Roger Durand nella sua visita alla Rocca, meta scelta non a caso, ma perché nei locali della Caserma Zanardelli in questi giorni è stata allestita una mostra proprio dedicata alla Croce Rossa, è stata la professoressa Mariagrazia Baccolo, che fa parte del Comitato trentino e della Commissione nazionale di Didattica e di Storia della Croce Rossa Italiana. Ad accoglierli il presidente dell’Associazione «La Poveriera» Maurizio Zenucchi e lo storico Gianluigi Valotti, rispettivamente organizzatore e curatore (quest’ultimo insieme al collega Marco Facchetti) della mostra in questione.
Ad incuriosire lo storico ginevrino, presidente della Société Henry Dunant di Ginevra, che in mattinata si era recato a Tiarno di Ledro per lo scoprimento di una lapide in memoria di quanto fatto dal dottor Appià, è stata la presenza nella mostra di numerose testimonianze del passaggio da queste parti del medico oggetto dei suoi studi. Appià, infatti, si era assunto il compito di verificare sul campo l’attuazione di quanto contenuto nella prima delle Convenzioni di Ginevra, formulata nel 1864.
Lo fece prima in Prussia, poi, nel 1866, perfezionò i protocolli al seguendo Garibaldi fino a Bezzecca, dove vi furono più di 400 feriti e dove riuscì ad incontrare lo stesso Garibaldi per uno scambio di opinioni sulle modalità di intervento di quella che allora si chiamava Movimento Internazionale di Croce Rossa. C’era da capire come era possibile essere neutrali sul campo di battaglia e quanto i combattenti sarebbero stati corretti nel trattare i feriti, anche se allora l’Austria non aveva ancora sottoscritto la Convenzione.
Una volta visitata la mostra in Rocca, dove lo stesso Garibaldi trovò primo rifugio quando venne ferito a Monte Suello, Roger Durand e Mariagrazia Baccolo hanno proseguito in direzione di Solferino, la località del Mantovano dove nel 1859 avvenne la battaglia cruenta che ispirò all’uomo d’affari Henry Dunant il desiderio di fondare un ente in grado di proteggere gli esseri umani in caso di conflitto.
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