Da Gavardo perchè nel deserto si possa nascere in modo sicuro
Solidarietà senza confini. Conclusa nei giorni scorsi la missione nei campi profughi saharawi in Algeria promossa dai volontari dell’associazione gavardese Rio de Oro in collaborazione con la fondazione Sipec di Brescia. Undici i partecipanti, tre dei quali medici. Per gli altri. «Molteplici gli obiettivi che ci eravamo prefissi - spiega al rientro il presidente di Rio de Oro, Marco Piccoli -. Il primo era quello di sottoporre a visite accurate i bimbi con disabilità che la prossima estate, come avviene ormai da tempo, ospiteremo in diversi paesi del Bresciano. Si voleva poi dare il via all’istruttoria per realizzare in una scuola materna di El Ayun uno spazio giochi dedicato a Flavio Emer.
Terzo obiettivo: monitorare il progetto «Nascere nel deserto», che vede impegnati da quasi due anni alcuni volontari, tra cui la neonatologa Donatella Cattarelli, primario degli ospedali di Desenzano e Gavardo, e l’infermiera pediatrica Giovanna Collini». Situazione. Purtroppo, le disabilità che affliggono i bimbi accolti ogni estate in Italia sono spesso dovute a problemi non correttamente affrontati al momento del parto. Da qui, appunto, l’esigenza di formare le ostetriche e lo scarso personale sanitario presente nei campi profughi, nonché di fornire loro le attrezzature minimali per la rianimazione del neonato.
«L’esperienza - racconta Marco Piccoli - è stata davvero emozionante e ci ha consentito di leggere e ridisegnare obiettivi e strategie di cooperazione. Abbiamo visitato ogni struttura dove nascono i bambini, constatandone le carenze». Sinergie. «Le riunioni - prosegue il presidente del sodalizio in campo - con le responsabili delle ostetriche, i direttori e i medici degli ospedali, nonché con i funzionari ministeriali ci hanno suggerito percorsi e nuove ipotesi di lavoro. Molto importante il confronto diretto con altre ong, tra le quali la spagnola Médicos del mundo. Straordinaria è stata come sempre l’ospitalità offertaci da Rossana Berini, che nella sua "Casa Paradiso" accoglie minori con gravissimi problemi, occupandosi giorno e notte di loro». Il progetto - reso possibile, come si è detto, dalla sinergia tra fondazione Sipec, che ne è titolare, e Rio de Oro - è stato cofinanziato dalla Consulta per la pace del Comune di Brescia e da fondazione Museke.
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