Corna Nibbia, comunità in cerca della propria preistoria
Una mostra, con relativo catalogo, per fare il punto sui ritrovamenti avvenuti negli anni scorsi nel sito archeologico della Corna Nibbia grazie ai volontari del Gruppo Grotte e al Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo. Un evento che il paese di Bione, dove sono avvenuti i ritrovamenti, accarezza da tempo.
Sarà possibile quest’anno grazie ad un progetto predisposto dall’associazione «Biù Cultura» presieduta da Stefano Bonomini (in collaborazione col Museo) e premiato dal bando per la Valle Sabbia della Fondazione Comunità montana.
Sempre che i «nostri» riescano a raccogliere i fondi mancanti: la formula del bando, infatti, prevede che la metà delle risorse necessarie venga raccolta sul territorio.
Il cronoprogramma prevede la preparazione del catalogo fra aprile e settembre, poi la predisposizione e l’apertura della mostra, che riguarderà l’età del rame e verrà realizzata con pannelli esplicativi e materiali da esporre in almeno cinque grandi vetrine.
Vi troveranno spazio i materiali raccolti dal 2000 al 2010 dagli esperti del Museo col sostegno di numerosi cittadini di Bione, nel sito della Corna Nibbia, un riparo sotto roccia che, frequentato dall’uomo ininterrottamente per 6.000 anni, ha il pregio di offrire per la prima volta un quadro complessivo della Preistoria della Valle Sabbia dal IV Millennio a.C. ai giorni nostri.
Quello di Bione, con la cura scientifica dell’archeologo Marco Baioni, finanziamenti permettendo, sarà il primo tassello di un’azione più vasta che prevede altre esposizioni e altre pubblicazioni sui «Luoghi di culto della Valle Sabbia». Per tre anni almeno: a Sabbio con l’età del ferro e la consulenza di Raffaella Poggiani Keller; a Gavardo con riferimento alle necropoli di età romana e la cura scientifica di Serena Solano; in varie località della Valle Sabbia, che potranno aprire al pubblico per l’occasione, quando si tratterà con Michela Valotti di affrontare le età medievale e rinascimentale.
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