Corna Blacca, incendio doloso: trovati 10 inneschi
«Direi che è andata bene questa volta e non era per nulla scontato: l’intervento congiunto di due elicotteri, di un Canadair e di 16 volontari da tutta la Valsabbia per gestire le operazioni a terra hanno fatto in modo che già alle 11 tutto fosse sotto controllo»: così Marco Mozzi, il funzionario della Comunità montata di Valle Sabbia che in caso di incendio ha il compito di coordinare le operazioni di spegnimento in caso di incendio boschivo, sull’incendio divampato sulla Corna Blacca nella serata di domenica, affrontato però alle prime luci di ieri perché troppo pericoloso intervenire in quelle zone impervie al buio.
Lo sa bene chi quell’incendio lo ha appiccato di proposito all’imbrunire, in dieci punti diversi. Nessun fuoco di ripulitura scappato al controllo dunque, ma un gesto deliberato ed efficace che ha bruciato circa 47 ettari di pascolo, dirupi, ceppaie e sterpaglie. «Le indagini sono affidate ai Forestali e le piste sono solo due: quella di tipo pastorale e quella venatoria» afferma Mozzi.
È andata bene, dicevamo. Inizialmente il Canadair aveva problemi a sganciare l’acqua prelevata dall’Eridio sul fronte dell’incendio, a causa della presenza di molto fumo. Così sono intervenuti gli elicotteri che caricavano da due vasche allestite a Pertica Bassa. Risolutivi gli ultimi lanci dall’aeroplano. Nessun rischio, per fortuna, che le fiamme potessero sconfinare dalla parte opposta della montagna, il versante che guarda a Nord e verso la Valle Trompia, perché da quella parte la neve non si è sciolta. E così la neve è stata utilizzata dai volontari anche per spegnere l’ultima ceppaia rimasta fumante fin verso mezzogiorno non distante da passo Pezzeda, nei pressi di Malga Baret. Sono intervenuti con un’autobotte anche i Vigili del fuoco, per rimpolpare il bacino dal quale le pompe succhiavano acqua appena fuori dall’abitato di Ono Degno, su un terreno privato messo a disposizione dal proprietario. Alle 14.30 il fuoco era spento.
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