Consulenza choc: «Jessica picchiata e gettata viva in acqua»
Jessica Mantovani aveva «un dosaggio discretamente elevato di cocaina in corpo quando è morta. Ma i livelli di droga nel sangue non sono letali».
Lo scrive il professor Andrea Gentilomo, direttore della scuola di Specializzazione in medicina legale dell’Università di Milano nella consulenza di parte sulla morte della 37enne trovata senza vita a giugno scorso nel cassone della centrale idroelettrica di Prevalle.
La donna è deceduta «per arresto cardio-respiratorio terminale in un soggetto di recente passivo di un traumatismo cranico e probabilmente vittima di una crisi epilettica». I numerosi traumi sul corpo confermano una volta di più l’ipotesi del pestaggio.
Già il medico legale Andrea Verzeletti in autopsia aveva evidenziato che: «il quadro lesivo di natura contusiva apprezzato sul cadavere è compatibile con l’impiego di mezzi di offesa naturali come calci e pugni, così come con l’immersione-trascinamento del corpo della Mantovani ancora viva nel corso d’acqua».
La donna è stata trovata con un trauma acuto al capo e con la frattura delle ossa nasali e di due costole.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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