Valsabbia

Commosso addio al cuore grande di Guglielmo Bottarelli

Centinaia di persone, tra cui tantissime penne nere, ai funerali del 64enne alpino e giornalista
AA

«Da Pozzolengo a Bagolino, col cuore gonfio di tristezza» per dirla con le parole del presidente Romano Micoli, ieri pomeriggio gli Alpini della Montesuello non hanno voluto mancare all’appuntamento con l’ultimo viaggio di Guglielmo Bottarelli.

Così, a Sabbio Chiese, ad accompagnare la moglie Vilma, il figlio Matteo e i familiari, insieme a tanti amici, amministratori, giornalisti, rappresentanti delle associazioni nelle quali Guglielmo aveva militato, c’erano soprattutto loro, le penne nere, con tutti i gagliardetti e lo stato maggiore della Montesuello al completo. 

Per salutare l’amico, il compagno di tanti momenti più o meno felici, si sono riunite in un sol corpo anche le tre fanfare: quella di Salò, la Star of Alp di Villanuova e quella di Gavardo. La parrocchiale che Sabbio dedica a San Michele non è riuscita a contenere tutti, che si sono affollati anche sul sagrato. «Una partecipazione che la dice lunga sulla capacità di quest’uomo di utilizzare i talenti che Dio gli aveva donato, nel campo sociale, negli affetti, nello sport, con gli alpini e la comunità intera - ha detto don Dino Martinelli, che ha officiato insieme al cappellano degli alpini don Diego Gabusi -. Un messaggio da cogliere, un’eredità da valorizzare, una speranza per il futuro. Ringraziamo il Signore per quello che Guglielmo ci ha insegnato, a noi tocca ora di seguirne l’esempio».

Con la voce rotta dalla commozione, l’intervento del capogruppo di Sabbio Chiese Rudy Baruzzi piegato sotto il suo «zaino di ricordi»: «Mai una parolaccia contro il destino crudele che cercavi anzi di schernire. In fondo sei sempre stato così: un combattente schietto e leale, pronto sempre a dire come la pensavi e anche ad adeguarti al volere della maggioranza, con il Gruppo, nella Sezione, a Campei o con il giornale». 

Occhi lucidi quando è arrivata l’ora di recitare la preghiera dell’Alpino. Dopo l’affollato corteo, al camposanto c’è stato il saluto di Romano Micoli: «Grazie Guglielmo, per l’amicizia, per la sincerità, la disponibilità, lo spirito di servizio, l’ottimismo, l’onestà intellettuale. Grazie per la grande lezione di vita che ci hai dato in questi due anni di sofferenza». Prima la tromba e il silenzio, poi la richiesta al Signore delle Cime: «Su nel Pararadiso, lascialo andare, per le tue montagne».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia