Bullismo ed estorsione, lo sconcerto del preside
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«Stiamo cercando di capire cosa sia successo. Per ora sappiamo che in questa brutta vicenda sono coinvolti tre dei nostri studenti, ma non sappiamo a quale titolo e neppure quale specifico reato sia stato loro contestato. Stiamo aspettando di saperne di più per affrontare questa cosa coi ragazzi, i docenti e i genitori. Non può essere che accadano cose talmente gravi da giustificare il prelievo di alcuni studenti da parte dei carabinieri, e che poi non se ne sappia più niente».
Antonio Butturini, preside del Perlasca di Vobarno, vorrebbe raccontare di più, definire meglio i contorni di questa storia, ma insieme al professor Cocca non può far altro che raccontare come affrontano i problemi che gli adolescenti spesso si portano a scuola: «Abbiamo attivato uno sportello di ascolto per raccogliere il disagio, che anche qui da noi non manca; abbiamo affrontato il problema delle molestie sui social network, l’incapacità di alcuni a relazionarsi in modo corretto coi compagni e gli atti di vandalismo. Siamo arrivati a volte a dover adottare provvedimenti di sospensione dalle lezioni, scegliendo comunque di accogliere i ragazzi a scuola, per fare attività di diverso tipo: il lavoro come risarcimento per le intemperanze».
Qui però si tratterebbe di estorsione, di richieste di denaro per restituire gadget tecnologici, una faccenda ben diversa: «Lo ripeto, mi piacerebbe saperne di più». Bocche cucite da parte degli inquirenti, se non per dire che sono state scritte sui giornali cose non vere. Si è saputo solo che i tre saranno interrogati martedì. Chi non sta zitto sono i ragazzi, la maggior parte dei quali ha saputo che era accaduto qualcosa di grave nella loro scuola dai giornali della domenica.
Ubaldo Vallini
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