Anfo: «Un presidio se metà dei profughi non sarà trasferita»
L'accordo tra maggioranza, opposizione e Azione Sociale al termine di una concitata assemblea pubblica
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«Va bene, facciamo questo presidio a partire da sabato 26 novembre, se per allora il prefetto non avrà rispettato la promessa di dimezzare la presenza dei profughi ad Anfo. Facciamolo pure tutti insieme: maggioranza, minoranza e voi di Azione Sociale che me l’avete chiesto. Sia chiaro però: solo per capire cosa sta succedendo, non per fare altre cose strane, e perché sul fatto che 47 profughi per Anfo siano troppi siamo tutti d’accordo». A prendere il sacco in cima, al termine di un’oretta di battibecco che con una pubblica assemblea - come avrebbe voluto essere - ha avuto davvero poco da spartire, è stato il sindaco di Anfo Umberto Bondoni.
Era stato lui a convocare il confronto con la popolazione per rispondere alle accuse di aver mal gestito la presenza dei profughi al residence Tre Casali, ma anche per fare il punto sulla situazione, spiegare cosa era stato possibile fare e cosa invece no, provando a condividere con i compaesani una linea comune da tenere: «È un problema di tutti e dobbiamo provare a risolverlo insieme».
Il paese invece, per lo più, sembrerebbe aver deciso di stare alla finestra. Sarà anche perché a poco meno di un mese dall’arrivo dei profughi, di problemi non ce ne sono stati. Così all’assemblea, oltre alla maggioranza, si è presentata soprattutto la minoranza, alcuni esponenti di Azione Sociale, in testa il leader bresciano Laura Castagna, e pochi altri.
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