Valsabbia

Anche i comuni trentini si uniscono al protocollo per tutelare il lago d'Idro e il Chiese

Nel 2021 avevano aderito tutti i Comuni bresciani, ora anche tutti quelli trentini. Attenzione massima all’utilizzo delle acque
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La proposta era arrivata dalla Federazione delle Associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro e a settembre del 2021 avevano aderito tutti i Comuni lacustri: Anfo, Bagolino e Idro per la parte bresciana, Bondone per quella trentina.

Dalla fine dello scorso mese di gennaio al Protocollo d’intesa per la salvaguardia e la valorizzazione dell’intero corpo idrico del Chiese ha aderito anche il Consorzio Bim del Chiese, in rappresentanza dei Comuni trentini di Borgo Chiese, Castel Condino, Ledro, Pieve di Bono-Prezzo, Sella Giudicarie, Storo e Valdaone, con Igor Cimarolli nominato rappresentante territoriale. La novità è stata resa nota ieri nella sede del Consorzio Bim, a Condino (Borgo Chiese).

Il protocollo mira a mettere in pratica per tutto l’asse del Chiese il «Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche» (Pguap), frutto di un raccordo fra la Provincia autonoma di Trento ed il demanio idrico di Stato. «Il Piano disciplina non solo l’uso sostenibile della risorsa idrica del demanio idrico trentino, ma anche gli aspetti della qualità e della tutela ambientale, demandando tale ultimo aspetto al Piano di tutela delle acque» è stato affermato per l’occasione. Collaborazione. «Non solo, il piano prevede anche che, in merito all’utilizzo delle acque di interesse interregionale come quelle del Chiese, vi possano essere forme di collaborazione aventi ad oggetto la tutela dell’ambiente, del patrimonio idrico, nonché degli interessi e della sicurezza delle popolazioni coinvolte, gli aspetti tecnico-gestionali, patrimoniali e finanziari, nonché di vigilanza connessi all’utilizzazione delle acque».

L’idea sarebbe quella di ricercare unitarietà nell’azione amministrativa e l’armonizzazione dei diversi interessi espressi dai territori. Un passo importante dunque, per stabilire una collaborazione fra tutti i Comuni del corpo idrico del Chiese con l’obiettivo di rigenerare il «deflusso ecologico» in ogni suo tratto, compresa l’escursione limitata del lago e la conseguente impossibilità di ospitare le acque di depurazione del Garda. Con la crisi idrica che già si preannuncia anche per quest’anno, non sarà un’impresa facile.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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